Come voterà Porto Sant’Elpidio domani e lunedì? In queste ore in molti, nel silenzio elettorale, sanno, sperano, o credono di poter sapere l’esito di queste elezioni amministrative. Viviamo in una fase dove per la prima volta, dopo molto tempo, i cittadini sentono la necessità di scegliere con forza una direzione. Necessità dettata non da una controcultura, non da un pensiero nuovo che vuole imporsi, ma da un bisogno viscerale di quotidianità. La crisi economica è forte e ha profondamente modificato il modus operandi dei nostri concittadini, la consapevolezza del delicato equilibrio con cui dovrà essere guidata la macchina amministrativa è destabilizzante. La rabbia è forte, ancor di più l’amarezza.
Siamo pronti? Si, non si potrà dire che la cittadinanza non abbia partecipato, che i giovani non abbiano partecipato, eppure la storia ci insegna che non avviene mai un taglio netto con il passato. Certe abitudini, certi rituali culturali italiani non vanno via con una passata di spugna. Hanno radici profonde. Incappare in queste inadeguatezze è ancor più difficile quando si ha fame; qualsiasi fune di salvataggio è quella buona.
Di una cosa possiamo essere certi, il peso economico e la mancanza di fondi tracceranno un percorso comune nella prossima amministrazione di questa città. Lo hanno già fatto. Basta leggere i programmi elettorali delle varie forze politiche, dove tralasciando le differenze sostanziali sull’urbanistica, sono molto simili su sociale, turismo, lavoro, maggiore partecipazione. C’è da dire che quest’ultima ha un sapore piuttosto amaro in bocca a chi non si è fidato della propria cittadinanza, o di chi ha finto di conoscerne le dinamiche, con una storia alle spalle di opacità e inadeguatezza.
Alla fine l’unica cosa che conta è la direzione da intraprendere. Una visione futura di città, soprattutto quando siamo chiamati a scegliere quell’amministrazione che andrà a decidere, tra due anni, il nuovo piano urbanistico. Come sarà Porto Sant’Elpidio tra vent’anni. Per quel poco che ci è rimasto da poter decidere.
Ogni cittadino dovrebbe recarsi al seggio con la consapevolezza di aver ben salda la propria decisione. Ben salda l’idea del proprio avvenire e che dia peso alla responsabilità dell’atto che compie. Dopotutto ricordiamoci che questa è una guerra degli Antò, dopo il voto le problematiche rimarranno e dovranno essere affrontate insieme, senza distinzioni di colori.
“Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza!”, scriveva Benjamin Franklin. Non svendiamoci!
Buon voto a tutti!
Marco Vesperini