La Bella e la Bestia: storia di un “salvataggio” atipico

Incontri ravvicinati del terzo tipo a Porto Sant’Elpidio. In questa calda giornata di fine giugno, intorno alle sedici, una bagnina, Irina Muriega, è stata protagonista del “salvataggio” di un cinghiale di circa un quintale. L’animale, già deceduto, è stato avvistato dalla bella soccorritrice argentina, all’altezza della zona sud della pineta. Probabilmente annegato e trasportato dalla piena del fiume Chienti, il cinghiale è stato trascinato dalla corrente lungo la costa.

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Il cinghiale pescato in mare

“Quando l’ho avvistato in acqua pensavo fosse un tavolo che galleggiava, così mi sono avvicinata con il pattino e mi sono accorta che era un cinghiale – afferma Irina – in un primo momento non volevo portarlo verso la riva, per tutelare la sicurezza dei bagnanti; così ho cercato di portarlo più a largo e fissarlo con gli ancorotti in mare, aspettando la capitaneria. Ma la corrente lo trascinava verso riva, così, dopo averlo fissato con le corde al pattino, l’ho trasportato verso la costa per poterlo trascinare a riva”. Così è stato. Infatti all’altezza dello chalet Moby Dick, sono arrivati in soccorso il bagnino presente sul posto, Lorenzo Galandrini, e il suo collega di Papillon, che insieme ad altri due uomini, hanno aiutato Irina nel faticoso lavoro.

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La carcassa coperta in attesa dell’arrivo degli specialisti

“Pesava moltissimo, in quattro uomini dalla riva sono riusciti a trascinarlo a fatica, probabilmente per l’acqua ingerita, era gonfio ed aveva soltanto una piccola ferita”. Sul posto è arrivata la polizia municipale, avvertita dai bagnanti, seguiti da una pattuglia dei carabinieri. La carcassa dell’animale è stata ricoperta da un telo in attesa che chi di dovere venga a prelevarla. La procedura prevede che sia l’Asl, già avvertita dalle forze dell’ordine, che a sua volta incarichi una ditta specializzata in questo tipo di “rimozioni”. Nel frattempo è stato vietato ai bagnanti di entrare nelle acque del tratto di mare coinvolto nella vicenda, per una possibile infestazione dovuta al rilascio di batteri dalla carcassa. La capitaneria nella giornata di domani si adopererà di effettuare i prelievi per accertarsi dello stato delle acque.

Una storia a lieto fine. Certo non propriamente una bella immagine per un comune che la scorsa settimana ha inaugurato la Bandiera Blu. Forse sarebbe il caso di attivarsi per trovare nuove soluzioni alle piene del Chienti, con un maggior controllo degli enti competenti  sui detriti trascinati alla foce, prima che questi raggiungano la costa. Le belle bagnine con tanto spirito di servizio, sono più uniche che rare.

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La coraggiosa Irina

Marco Vesperini

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