Di Marco Vesperini
PORTO SANT’ELPIDIO – Approvato venerdì scorso il Bilancio di previsione 2013. Un passaggio a dir poco sofferto portato avanti fino all’ultimo giorno disponibile. Aumentata l’Irpef dello 0,8 % mantenendo un esenzione ad una soglia di 12,500 €. Confermate le aliquote Imu del 2012 (la tassa è stata congelata dal governo centrale). Applicata in proroga per l’anno 2013 la Tarsu (Tassa Rifiuti Solidi e Urbani) invece che l’odiata Tares, un po’ di ossigeno ai contribuenti anche se vi è stato un aumento del 12 % rispetto al 2012, in parte derivante dall’aumento del 15% del costo dell’Ecoelpidiense per l’introduzione della raccolta cosiddetta “spinta”. Mantenuti i servizi, fermo restando alcuni aumenti per il comparto sociale, come la compartecipazione a scaglioni per le mense.
I Comuni si sono trovati sempre di più a dover fare da soli. Ma l’aumento della Tarsu, notevole, è sintomo della mancanza di lungimiranza da parte della precedente amministrazione (di cui molti assessori attuali facevano parte) di vendere la quota societaria dell’Ecoelpidiense, alla città attraverso un azionariato diffuso rispetto alla cessione ad un privato esterno alla città. I costi sarebbero stati notevolmente contenuti. Per non parlare che la raccolta spinta, giustamente introdotta, non ha avuto a monte nessun progetto di rientro dei costi da parte di un’azienda privata, l’Ecolpidiense, che guadagna tre volte: sulla separazione dei rifiuti (cittadini), costo del servizio di riscossione e smaltimento (comune), guadagno sul rifiuto trattato. L’utile previsto per il 2013 della stessa società è di quasi un milione di euro. Con un costo per la cittadinanza di 3,479,502 euro.
C’è una voce preoccupante riguardo lo smaltimento dell’umido; questo costo pari a 90 mila euro potrebbe essere fatto rientrare attraverso delle politiche di compostaggio domestico e agricolo. Ci sono le conoscenze, ci sono le tecnologie, basterebbe informare e avere la volontà politica di farlo.
C’è da dire che vi sono degli intenti di ridiscutere alcuni punti del contratto da parte di questa Amministrazione, dovrebbero essere portati a compimento al più presto dato che per il 2014 è prevista l’applicazione della Tares che già di suo aumenterà notevolmente i costi per i contribuenti.
Il comparto sociale. Gli asili pubblici costano molto e bisogna trovare delle soluzioni parallele per ottimizzare i costi. C’è stata una buona proposta in campagna elettorale: attuare dei mini asilo in case private, rispettanti della legge in essere e di adeguate qualifiche, a che punto siamo?
Vero è che le elezioni nazionali e l’incertezza normativa che si è susseguita hanno creato notevoli difficoltà per un punto cruciale delle politiche cittadine, vero è che una previsione triennale il cui unico progetto sostanzioso a lungo termine sono 50 milioni di project financing (2015) per una Darsena, è poco lungimirante. Un andare a tentoni e salvare i servizi, ma non c’è una reale previsione su carta di come cambieranno le politiche di spesa e di investimento per la città. Un piano per il futuro? Non pervenuto ad oggi, si va avanti giorno per giorno. Si dovrebbe richiede di più da un’Amministrazione che, soprattutto in un periodo di crisi economica, dovrebbe attuare un piano di spesa maggiormente condiviso con la cittadinanza. Addentrarsi nelle pieghe di bilancio è difficile ma come abbiamo avuto modo di spiegare in un precedente articolo, se si da la possibilità alla cittadinanza stessa di decidere con un bilancio partecipato le politiche di investimento della propria città, sicuramente si farebbero delle scelte migliori, e gli amministratori non si dovrebbero trovare ogni volta a dare spiegazioni di aver preso una decisione rispetto ad un’altra.