Di Marco Vesperini
Continua il braccio di ferro tra l’Amministrazione di Sant’Elpidio a Mare e l’Edison sulla costruzione dello stabilimento in zona Luce Elettrica. “La regione sembra orientata verso il no. A settembre ci sarà la prossima riunione del CTR (n.d.r. Consiglio Tecnico Regionale) e in quella sede proporremo di vietare il rilascio del Nulla Osta di Fattibilità in base all’art. 1 del dlgs 334”.
Ostenta sicurezza l’ass. all’Urbanistica Marcello Diomedi che ci ha gentilmente accolto nel suo ufficio, insieme a Marco Fioschini del Movimento 5 Stelle di Porto Sant’Elpidio, per delle delucidazioni in merito alla situazione riguardante lo stoccaggio del gas. “Oggi – afferma – posso dire di essere più ottimista dello scorso anno quando avevamo davanti un colosso e non sapevamo bene come affrontarlo”. Non per scomodare la mitologia greca, ma tendo a vedere una multinazionale, e non me ne vogliano i francesi, come un Idra di Lerna.
Partiamo dall’inizio. La compagnia aveva incassato il si dalla precedente Amministrazione riguardo la procedura di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e quindi, con il cambio di bandiera, chi li ha succeduti ha eseguito tre impugnative al TAR. Tra cui la possibilità di fare dopo i primi tre anni delle valutazioni di sicurezza agli impianti. Il secondo procedimento invece riguarda la direttiva europea Seveso II. Quest’ultima, infatti, impone ai paesi europei di identificare i siti industriali a rischio e di adottare adeguate misure per prevenire gli incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose e limitarne le conseguenze per le persone e per l’ambiente. Il limite, imposto dalla direttiva, sotto il quale non vi sono obblighi di previsione di tipologie di incidenti rilevanti è di 200 t. Il sito elpidiense ne dovrebbe contenere 65000, senza parlare della vicinanza all’abitato.
A fine 2012 Diomedi entra nel gruppo di lavoro che deve presentare, insieme ad Edison, le valutazioni contenute in un rapporto al quale il CTR da parere favorevole o meno. Il gruppo di lavoro è composto da rappresentanti della compagnia, del ministero nella figura del comandante dei vigili del fuoco, di un geologo ministeriale dell’UMIG, dei rappresentanti del Comune e loro consulenti. Al primo incontro, avvenuto a settembre dello stesso anno, l’ass. ha esposto alcune perplessità riguardo i dati forniti da Edison per le questioni geologiche. La risposta del comandante dei vigili del fuoco, se così si può definire, è stata che non bisognava parlare di tali questioni dato che il geologo dell’UMIG non era presente. L’azione di Sant’Elpidio a Mare non si fa attendere. Viene chiamato come consulente il geologo Serafino Angelini e come d’incanto alla riunione successiva si presenta anche il geologo del Ministero.
Edison è tenuta ad ipotizzare la probabilità che si verifichino incidenti, attraverso calcoli fatti su banche dati internazionali, con delle aree di criticità. Letali, inizio letalità, lesioni irreversibili e lesioni reversibili, queste le categorie di danno descritte in aree concentriche. Nello specifico sono due le tipologie che Diomedi ha presentato: quella del Jet Fire, derivante da rottura dei tubi, dal diametro di un pollice fino all’intero diametro, costituito da una fiammata costante in verticale; il Flesh Fire, derivante dalla saturazione dei gas nei tubi che, attraverso una miscela con l’aria, generino l’incendio per orizzontale di un’intera area. “Noi abbiamo dichiarato l’incompatibilità attraverso la tabella ministeriale contenuta nel decreto, e io stesso ho portato nel gruppo di lavoro un esempio di un’incidente di questo tipo avvenuto in Germania”. Il grado di casualità usato dagli ingegneri della compagnia è stimato sotto 10-6 di casualità con una tolleranza del 20%. Edison ha risposto con un internamento completo di una tubatura interessata, quindi secondo lei evitando l’esposizione orizzontale, mentre la seconda fuoriesce dal suolo per 40m. Secondo questo limite, non previsto dalla legge, che si sono dati non è ritenuto credibile il verificarsi di incidenti. Peccato che la legge non preveda questo limite di credibilità.
La terza contestazione invece, riguarda il trasporto tra gli impianti collegati. A sua difesa la compagnia francese ha portato un’interpretazione della legge fatta dai vigili del fuoco secondo coi non è incompatibile una tale visione. Questo semplicemente perché la possibilità del verificarsi di incidenti è inferiore al limite che loro si sono dati. Per fare chiarezza su questo limite del calcolo attestato ad un valore di casualità 10-6; nel Comune di San Benedetto del Tronto, la cui area in cui dovrà sorgere il complesso è vicina a molte infrastrutture tra cui l’A14, la compagnia GasPlus ha dovuto calcolare gli incidenti con un limite superiore, pari a 10-7, perché se inferiore non avrebbero ricevuto il Nulla Osta.
Nell’ultimo gruppo di lavoro Edison ha portato anche la valutazione di compatibilità per le condotte che collegano i due impianti dello stabilimento e il trasporto di sostante trasportate fuori da quest’ultimo. “Noi contestiamo queste valutazione perché la legge parla chiaro e è presente il trasporto di sostante soltanto fuori dagli impianti ma non fuori dallo stabilimento”. In ultimo un’osservazione che l’assessore porterà nel prossimo incontro riguarda il calcolo circolare degli inviluppi di dolo (l’area esposta a incidenti), perché dovrebbero essere due segmenti che si riuniscono e non un’area dato che in ogni punto dovrebbe esserci la stessa distanza da prendere in considerazione, e non soltanto in un diametro centrale.
Alla domanda se l’area dello stabilimento ricopra anche parte del territorio di Porto Sant’Elpidio, l’ass. ha risposto di no, ma dicendo anche che questo secondo quanto dichiarato e mostrato da Edison. Perché una volta partiti i lavori nessuno potrà controllare cosa faranno a tali profondità e, con i mezzi di oggi riguardo alle trivellazioni orizzontali, difficilmente si potrà sapere se sconfineranno o meno.
Vedremo gli sviluppi dopo le vacanze estive. L’amministrazione di Sant’Elpidio a Mare giocherà tutte le carte a disposizione, Edison ostenta sicurezza, forte di tre CTR con parere favorevole anche se all’ultimo quello di qualche settimana fa non vi è stato ne un parere sfavorevole ma neanche favorevole dopo i molti interrogativi posti da Diomedi e Angelini. Se la Regione Marche si pronuncerà ufficialmente per un no questo dovrà essere ben motivato, altrimenti si potrebbe rischiare di incappare in ricorsi da parte della multinazionale.