Di Marco Vesperini
PORTO SANT’ELPIDIO – “Coltivare un orto è un’azione sovversiva” direbbe Roger Doiron. In una società sempre più incentrata sul consumo di cibo derivante da un processo di compravendita l’azione di coltivarlo diventa una scelta audace. Eppure viviamo in un paese di forte esperienza contadina in cui chi è più avanti con gli anni, e ne ha la possibilità, trova naturale dedicare tempo a questa risorsa; un costrutto già presente nel nostro DNA sociale che va riscoperto.
Salute, risparmio, convivialità e network. Questi gli elementi cardine del progetto Orti Sem. La possibilità di affittare un appezzamento di terreno per la coltivazione orticola. Il promotore dell’iniziativa è Mauro Tosoni, che da privato cittadino ha messo a disposizione un terreno di 1,6 ettari nell’area della Valle del Profico, zona Castellano, tra Sant’Elpidio a Mare e Porto Sant’Elpidio. Il progetto, presentato giovedì scorso presso il quartiere Corva, ha mosso gli animi dei curiosi. Tra gli altri promotori vi sono Vittorio Lattanzi ed Enea Lanciani, proprietari dell’agenzia Adriatica, i quali si sono offerti per la raccolta delle adesioni. Mentre la Coldiretti si è resa disponibile per la garanzia dei contratti d’affitto degli utenti, finanche ad una maggiore collaborazione se in futuro si venisse a creare una piccola azienda agricola.
Un massimo di 60 orti da 200 m.q. delimitati da una palizzata in legno, 10 m.q. di casetta con attrezzi estendibile ad ulteriori 10 con un supporto in tela. Acqua usufruibile da un laghetto artificiale (preferibile a quella diretta dal pozzo per la minor presenza di calcare che questo comporta). “Ogni orto avrà il suo impianto di irrigazione, preferibilmente a goccia, così da non rischiare che venga invaso il terreno di un vicino – afferma Tosoni – ci sarà una connessione Wi-Fi gratuita per accedere alla rete nell’area. Si potrà ad esempio con l’istallazione di una centralina irrigare da un tablet o smartphone il proprio orto”. L’accesso è garantito da due strade che tagliano la proprietà a croce e garantiscono il carico e scarico ma dovranno essere lasciate libere una volta terminato.
In oltre sono previsti vari servizi tra cui il consiglio di un contadino per tutto quello che riguarda la cura e processo di crescita dell’orto. Disponibile anche per lavori nel caso l’affittuario non avesse tempo per casi straordinari (quest’ultima mansione remunerata di un piccolo compenso forfettario per quest’ultimo). “Anche se l’idea rimane quella di dedicare i propri ritagli di tempo libero alla vita del proprio orto – continua Tosoni aggiungendo – e non credo che chi si avvicini a questa esperienza poi la lasci o la trascuri”. Sarano poi a disposizione anche una nutrizionista, una persona che insegnerà la conservazione dei cibi, un insegnante Isee (vi sarà anche la possibilità di escursioni familiari per i bambini).
La lungimiranza dei promotori non finisce qui dato che la Regione Marche si è resa disponibile per un futuro accordo che preveda la possibilità di tenere degli animali, con apposita targhetta di riferimento, in uno spazio chiuso. Vi è infine la disponibilità di creare delle strutture per la ricerca e l’insegnamento della permacultura ( si è reso disponibile anche l’ex consigliere Roberto Cerquozzi come esperto in questo campo) e il recupero delle sementi.
“Sinergia tra l’ambiente e le persone” conclude Tosoni. Le iscrizioni partono a marzo e i contratti verranno fatti secondo l’anno agricolo che parte ad ottobre. Però per chi volesse fare il contratto già nei prossimi mesi avrà a disposizione 6 mesi gratuiti. Il costo degli affitti varia in base alla durata e il minimo è di un anno a 1380 euro, 3.5 euro al giorno. Previsti contratti per 3 e 5 anni, il cui prezzo annuale diminuirà. In futuro se ce ne fosse la richiesta vi sarebbe anche la possibilità di fare orti da 100 m.q. nella parte adiacente la strada anche se l’obbiettivo dei promotori resta quello dei 200 m.q.
Iniziativa interessante! Nell’articolo non si fa menzione delle modalità di coltivazione degli orti, a parte l’accenno alla permacultura. Sarebbe auspicabile richiedere agli affittuari di evitare l’utilizzo di prodotti di sintesi, di diserbanti o anti parassitari nocivi all’uomo e all’ambiente e magari guidarli nella scelta di tecniche naturali e più salutari.