Di Marco Vesperini
PORTO SANT’ELPIDIO – Un embrione di diritto che sembra poter diventare realtà. Stiamo parlando del Registro delle Unioni Civili, tema del dibattito svoltosi giovedì scorso presso la Croce Verde promosso da PD, Sel e Gd; presenti in sala anche esponenti consiliari e politici del Movimento 5 Stelle.
L’iniziativa, che ha avuto un forte riscontro di presenze, è stata fortemente voluta dai Giovani Democratici; tra i relatori la professoressa Angela Cossiri, docente di Diritto Costituzionale presso l’Università di Macerata, il segretario cittadino di Sel Mattia Rinaldi, il consigliere Luca Piermartiri e Stefano Senesi segretario dei Gd.
“Vogliamo vedere le unioni civili dal punto di vista politico. Perché è proprio la politica che deve farsi garante dei diritti – afferma Senesi – alle coppie di fatto mancano quei diritti fondamentali di una coppia a livello giuridico, e molte non sono dello stesso sesso”. Mentre nel suo intervento il sindaco Nazareno Franchellucci parla dell’importanza di “correre ai ripari quando ci sono persone che non si sentono parte di una comunità. Dobbiamo dare questo segnale in ambito locale – e continua – mi fa piacere il fatto che si siano ritrovati su questo tema che sarà affrontato nel prossimo Consiglio comunale anche se non ci siamo confrontati con le altre forze politiche e non sappiamo se questa proposta passerà”.
Si parla di lacune legislative. Una panoramica della situazione europea in cui paesi come la Danimarca (da sempre avanguardia nel campo dei diritti civili, ha introdotto il registro nazionale nel 1989), Belgio (legge sulla regolamentazione nel 1998 e matrimonio aperto alle coppie dello stesso sesso nel 2003), Finlandia (2002), Francia (PACS 1999), Germania (Eingetragene Lebenspartnerschaft, l’istituto giuridico della convivenza registrata 2001), Grecia (Patto di libera convivenza del 2008 che però esclude le coppie dello stesso sesso), Spagna e Inghilterra (il matrimonio è aperto alle coppie dello stesso sesso dal 2005), e poi altri paesi. L’Europa ha dato specifiche direttive su questo tema e nel corso degli anni tutti, o quasi, gli Stati aderenti si sono muniti di leggi che ne recepissero i principi o alcuni di essi. Tutti tranne l’Italia, fanalino di coda d’Europa in tema di diritti.
“Ho spesso parlato di spread in materia di diritti nel nostro paese e questo è uno di quelli – afferma la professoressa Cossiri – noi italiani osteggiamo questo tema che crea forti disuguaglianze tra le coppie e le persone. Penso all’eredità testamentaria, alle adozioni e parlo anche di quelle di coppi di sessi diversi che nelle graduatorie vengono dopo chi ha un legame giuridico conosciuto dalla legge pur essendo comunque una coppia; il ricongiungimento familiare, la visita del compagno in ospedale, la decisione delle esequie, possibilità di andare a trovare il compagno in carcere e molti altri diritti”. La costituzionalista ricorda le fondamenta costituzionali su cui dovrebbe poggiare una legislazione in questo senso: gli articoli 3 – 2 – 29 della Costituzione repubblicana. “L’articolo 29 in particolare è stato spesso soggetto di una lettura svalutativa da parte di molti legislatori”. Infatti i costituenti si sono guardati bene dal definire matrimonio naturale, puntando i riflettori sull’importanza della famiglia come perno dello Stato e non la natura moralmente accettabile nella società. Concetto morale che, come gli stessi costituenti insegnano grazie alla loro penna lasciata sulla carta repubblicana, è in costante cambiamento nelle società.
“Vogliamo dare un effetto di pubblicità da questo punto di vista – puntualizza Piermartiri – uno spunto per il legislatore”. E passa poi ai punti salienti della proposta che presenterà in assise cittadina. Potranno iscriversi al registro le coppie che risiedono da almeno un anno nel territorio comunale, che non siano già legate da vincoli giuridici e dovranno farlo presso l’ufficio Anagrafe. Il registro permetterà l’equiparazione al parente prossimo del compagno e l’equiparazione nelle decisioni prese dall’Amministrazione che hanno effetto sul territorio. “Avevamo sia noi di Sel, sia il Pd ed anche il Movimento 5 Stelle, questo punto nel programma elettorale – conclude Mattia Rinaldi di Sel – Mi auguro che venga approvato perché sarà fruibile per tutti i cittadini e non vedo il motivo di divisione sui diritti fondamentali”.