di Sergio Marinelli
Oggi, mentre mi accingevo a uscire di casa, per la mia solita camminata quotidiana, m’è balenata una domanda. Anzi tre. Mi son chiesto: “Se’, ma tu sai contare?” “Sì” “E camminare?” “Sì, certo” “E camminare e contare insieme?” “Sì, dai fino a qua c’arrivo”, e mi son dato da fare. Ed ecco che già nei miei primi cento passi lo vedo. E allora non mollo, vado avanti per altri cento passi. Ed eccolo di nuovo. No, non è Tano Badalamenti a palesarsi di fronte a me, no, un altro nome affiora dai miei cento passi: Bedetta. Quel cognome affisso in ogni angolo del paese, sembra proprio un marchio fluorescente di un boss che marchia il territorio. La mia camminata frazionata in passi da cento lo rileva.
Ma per un momento torno sulla terra e più precisamente a PSE, e tiro un sospiro di sollievo: qua la mafia non c’è. E Bedetta è solamente l’agenzia immobiliare più famosa, che vende case e affitta. Non abbiamo pilastri sorretti da carne e cemento, nessuno getta via rifiuti tossici per trarne profitto.
E per qualche istante son fiero d’essere elpidiense.
Poi, un centinaio di passi più in là, vedo una serie di residenze dove, l’ultima di queste, lambisce la spiaggia.
Altri cento passi e trovo un sacco grigio laddove c’era un’isola ecologica. E’ logoro e dentro vi scorgo taniche di colle industriali semivuote.
Cazzo, vorrei poter gridare tutto il mio sdegno e inveire e satireggiare contro un Tanoseduto della minchia qualunque!
Ma qui non siamo mica a Cinisi, questa è PSE, e la mafia non c’è, non c’è, non c’è cazzo! No, ma una certa omertà si sta già crogiolando tra di noi.
Faccio altri cento passi e sono di nuovo a casa.
Ma per un momento torno sulla terra e più precisamente a PSE, e tiro un sospiro di sollievo: qua la mafia non c’è. E Bedetta è solamente l’agenzia immobiliare più famosa, che vende case e affitta. Non abbiamo pilastri sorretti da carne e cemento, nessuno getta via rifiuti tossici per trarne profitto.
E per qualche istante son fiero d’essere elpidiense.
Poi, un centinaio di passi più in là, vedo una serie di residenze dove, l’ultima di queste, lambisce la spiaggia.
Altri cento passi e trovo un sacco grigio laddove c’era un’isola ecologica. E’ logoro e dentro vi scorgo taniche di colle industriali semivuote.
Cazzo, vorrei poter gridare tutto il mio sdegno e inveire e satireggiare contro un Tanoseduto della minchia qualunque!
Ma qui non siamo mica a Cinisi, questa è PSE, e la mafia non c’è, non c’è, non c’è cazzo! No, ma una certa omertà si sta già crogiolando tra di noi.
Faccio altri cento passi e sono di nuovo a casa.