Ritrovata la spiaggia scomparsa

Di Redazione POST IT PSE

PORTO SANT’ELPIDIO – “La spiaggia elpidiense non è scomparsa si è spostata grazie alla barriera costituita dal “pennello” sud della città”. Questo quanto affermato da Mattia Rinaldi, segretario del circolo cittadino di Sel, dopo un sopralluogo della foce del fiume Tenna.

La linea dello sbocco sul mare infatti si è spostata di 140 m oltre il “pennello”, parte delle barriere poste a freno dell’erosione costiere dalla precedente amministrazione comunale. Un’area di circa 36,000 metri quadri (3,6 ettari), con un’altezza di 2 metri da livello del mare che in alcuni punti arriva a 4. “In queste condizioni nessuna scogliera, emersa o sommersa che sia, potrà in futuro garantire la difesa della nostra cosa –continua Rinaldi – avendo bloccato l’apporto naturale di sedimenti”. I riflettori si accendono anche lungo il corso del fiume dove l’opera che sarebbe dovuto servire a limitare le piene del Tenna è stata distrutta, prova dell’inefficacia delle opere di contenimento.

La denuncia secondo Sinistra ecologia e libertà sarebbe avallata dal “Piano di Gestione Integrata delle Aree costiere” della Regione Marche e nello studio fatto dall’Università di Ancona. “Qui si raccomandava infatti di non intervenire sul litorale di Porto Sant’Elpidio, perché si trovava in equilibrio, proprio per gli apporti fluviali di ghiaia – conclude il giovane coordinatore – intendiamo promuovere un’azione di informazione e discussione con la cittadinanza e con le forze politiche e di governo del territorio su un tema che ci interessa tutti da vicino”.

Avevamo già parlato dettagliatamente dell’erosione costiera e delle sue problematiche in un corposo articolo di Riccardo Marchionni, che vi riproponiamo dal quale potrete trarre importanti informazioni sulla tematica:Quanto ci costa salvare la costa?

Il nuovo referente dell’Amministrazione comunale è l’assessore Annalinda Pasquali alla quale è stata affidata una delega ad hoc per la difesa della costa. E il primo cittadino Nazareno Franchellucci è intervenuto più volte sull’argomento ribadendo l’importanza di creare un nuovo Piano di difesa costiera in collaborazione con la Regione Marche e la Provincia. Di seguito vi riportiamo le sue dichiarazioni in merito in una nostra recente intervista:

Parlerei della situazione del maltempo, la mareggiata, la salvaguardia della costa, la darsena ecc. I due pennelli erano previsti nel progetto darsena, soprattutto quello al fosso di Castellano era propedeutico per la costruzione della darsena.
Il sentore di parecchi è che in realtà il progetto doveva essere più lungo con scogliere che si estendevano tra i due fiumi, secondo lei sarebbe stato un progetto buono, che avrebbe dato i suoi frutti? Nel frattempo c’è un piano a medio-breve termine per arginare questo problema?

“Sarebbe stato meglio avere una protezione su tutta la costa, ma purtroppo non bastavano le risorse. Allora c’era l’emergenza della zona sud, e quindi si è deciso che i soldi si sarebbero spesi per la zona sud. La situazione non era grave come adesso.
Le direzioni d’azione sono due. L’altro giorno l’avvocato che segue il contenzioso è stato a parlare col giudice, perché il 31 dicembre scade il termine dato dal tribunale per effettuare la perizia da parte del Ctu. Ha chiesto al giudice che immediatamente sblocchi l’area di modo che noi con soldi nostri andiamo a completare, cioè ricaricare le altezze degli scogli e prendere materiali dal fiume per il ripascimento. Ma dico con certezza che quel lavoro non basta più. Con Annalinda ormai due mesi prima delle mareggiate ci siamo iniziati a muovere in maniera veloce con dei comprovati specialisti tecnici per individuare il soggetto migliore per fare un nuovo studio su tutta la costa, da sud a nord.
La settimana scorsa sono stato a parlare con Spacca. Loro entro il 2015 vogliono rifare il piano di sicurezza del litorale, quindi ogni comune presenterà la propria proposta di modifica. Questo è il presupposto per chiedere i finanziamenti, non possiamo pensare di fare un opera del genere senza i soldi della regione.
Il tecnico certifica che la situazione è drammatica, in modo che la regione capisca la nostra necessità, e su quello si tara l’intervento. La soluzione ce la dobbiamo far dare da chi queste cose le capisce. Ormai dopo quasi dieci anni la situazione della costa è cambiata quindi serve uno studio sulla situazione attuale”.

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