Di Marco Vesperini
SANT’ELPIDIO A MARE – Continua l’odissea elpidiense dello stoccaggio gas. La compagnia Edison ha presentato un progetto definitivo al Ministero per lo Sviluppo Economico. Nel frattempo il Comune e la Provincia di Fermo trovano l’intesa politica esplicitata dalla delibera di Giunta provinciale che dichiara il suo fermo no alla realizzazione dell’impianto presso il giacimento “Palazzo Moroni”.
“Il territorio ha espresso le sue volontà rispetto l’impianto che Edison vorrebbe costruire nel comune di Sant’Elpidio a Mare – afferma l’assessore all’Urbanistica Marcello Diomedi, spiegando che – l’ultimo c.t.r. (Comitato Tecnico Regionale) ha dato ragione a noi riguardo l’incompatibilità con la conduttura”. Per quanto riguarda le valutazioni della Seveso II, la direttiva europea sulle probabilità di incidenti di questo genere di impianti, la compagnia francese, ad oggi, non ha eseguito le valutazioni per il giacimento del pozzo e una delle condotte che rimarrà in parte non interrata. Prevedendo, per quest’ultima, una protezione in scatolato non meglio precisato, senza aver presentato al Comitato le valutazioni di probabilità di incidenti con tale “protezione”.
Intanto la compagnia francese sta andando avanti con la procedura di V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) concessa nell’ottobre 2012 e tutt’ora impugnata dal Comune con ricorso pendente al Tar. Infatti sono partiti gli espropri dei lotti privati per la costruzione dell’impianto, conseguenza dell’iter che ha suscitato non poche lamentale da parte dei proprietari. “Anche il Comitato salute ambiente e territorio entro la fine del mese dovrebbe impugnare il V.I.A. come già fatto dal Comune – continua l’assessore – noi ci stiamo battendo in un ambito tecnico presso il c.t.r. e possiamo fare soltanto obiezioni tecniche, ma quella decisiva la giocherà la politica, abbiamo avuto le rassicurazioni dell’assessore ragionale e anche se chiediamo che la Giunta ragione si pronunci contrario ci basterebbe che lo faccia alla Conferenza dei servizi”. Il Ministero ha inviato proprio a quest’ultima una lettera per chiedere l’assenso del territorio e questo rilascia la prossima decisione, fondamentale, nelle mani di Spacca e dei suoi.
Non vi sono, come ricorda Diomedi, gli interessi del territorio a favore di tale impianto. Sia per il rischio di incidenti, sia per il deprezzamento degli immobili nell’area, che ricordiamo è di tipo residenziale, sia per gli interrogativi legati alla sismicità indotta, sia per il dl. Fare 2 in cui vengono tagliati 1.5 miliardi di metri cubi in meno rispetto il 2010 per la richiesta inferiore che il mercato ha prodotto in questi anni, e ultimo ma non per questo meno importante l’immagine data da un territorio che vuole avere una forte caratterizzazione turistica.
“Non è da escludere che questo potrebbe essere l’inizio – continua Diomedi – perché vi sono altre locazioni di ex giacimenti che possono essere usati per lo stoccaggio nella provincia dove potrebbero essere costruiti gli impianti. Anche in aree abitate”. Questa quindi potrebbe non essere soltanto la battaglia di un Comune ma di tutto un territorio che dovrà decidere per il proprio futuro economico. La Regione Marche dovrà tenerne conto.