Il Partito Pigliatutto

Di Riccardo Marchionni

PORTO SANT’ELPIDIO – Il sindaco Franchellucci continua la lunga tradizione di controllo ferrato del territorio e dei “luoghi” strategici della città. L’ultima azione a riguardo è la totale occupazione da parte dei giovani del Partito Democratico (GD) dell’associazione che organizza la festa di San Crispino.

Alle prime notizie del cambio di guardia eravamo contenti e fiduciosi che ci fosse un ricambio generazionale e un ammodernamento della festa. Peccato scoprire poi che la nuova associazione è composta quasi totalmente dai Giovani Democratici di Porto Sant’Elpidio. Presidente il fratello minore dell’ex assessore ai lavori pubblici Catini, e nel direttivo il segretario dei GD Senesi.

“Sindaco e giunta non hanno la minima intenzione di confrontarsi democraticamente con i cittadini e soprattutto con coloro che non sono considerati “amici”. L’unico obiettivo di questa amministrazione è quello di pensare a come assicurarsi una continuità amministrativa – commenta il consigliere Perticarini – non cercando il consenso attraverso scelte giuste per il paese ma cercando di controllare politicamente tutti i nodi strategici.”

Focalizza il problema sul metodo con cui è stata gestita la transizione Gian Daniele Battilà. “Il problema non è la partecipazione politica della nuova associazione. La cosa su cui bisogna discutere è il ‘come’ si assegna la gestione per una associazione che ha 27 anni”. Dalle critiche di Battilà non esce indenne neanche l’opposizione, “sono tre anni che parlo di una operativa di gestione degli eventi, del montaggio palchi. Qualcosa che dia lavoro ai giovani. Io contesto all’opposizione che arriva dopo l’amen”.

Non è della stessa opinione il sindaco Franchellucci che si assume la responsabilità del cambio di gestione della festa. “Quando a giugno è emersa la volontà della vecchia gestione di lasciare, ci siamo trovati in difficoltà e questi giovani da anni collaborano, ma sarebbe meglio dire faticano, al fianco degli storici organizzatori”. Quindi il loro merito consiste nell’aver sgobbato da facchini nelle edizioni passate? E allora cosa cambia tra tutti quelli che hanno faticato con gli organizzatori durante gli anni passati e i ragazzi che hanno preso in mano la festa? Forse l’età, o l’appartenenza politica?

“Non c’era tempo” dice il sindaco. Eppure da giugno a ottobre è bastato il tempo per mettere insieme una nuova organizzazione targata Giovani Democratici, ma non per coinvolgere altri comuni mortali. E l’invito del sindaco a partecipare è qualcosa di fenomenale, “dietro loro quattro ci sono almeno quindici persone e appena finita la festa dialogheremo con chiunque voglia fare parte della nuova associazione. La città, oltre a parlare, ora agisca”. Chi volesse entrare nell’associazione occupata dai Giovani Democratici potrà comodamente farlo, alla fine della festa. Che la città s’impegni! Ma per l’anno prossimo.

crispinoecrispiniano

Intanto, notizia di pochi giorni fa, la guardia di finanza e l’agenzia delle entrate hanno fatto visita alla vecchia associazione San Crispino per controllare i conti dei bilanci. Un’associazione che negli anni oltre ad organizzare la festa del Patrono ha fatto da “spalla” all’assessore al turismo in diversi eventi, tra i quali il primo maggio. Staremo a vedere gli sviluppi dell’inchiesta.

A pensar male si potrebbe dire che il sindaco abbia voluto affidare l’organizzazione della festa a qualcuno di vicino e fidato magari per coprire qualche magagna del passato, o qualche modo d’agire non troppo trasparente. Altrimenti non si spiega il perché invece di “aprirsi” alla città in cerca di aiuto, abbia deciso di “chiudersi” a riccio e affidarla a qualcuno dei suoi. La successione degli eventi è eloquente. La vecchia associazione si defila, subentra la nuova di sotterfugio, e il comune raddoppia pure il contributo per la festa (ben 17mila euro, a fronte dei 9mila previsti in precedenza).

Sull’aumento del finanziamento comunale stendiamo un velo pietoso, l’assessore al bilancio Leoni si è giustificata con un semplice “sono ragazzi giovani, bisogna aiutarli” pronunciato durante il consiglio comunale del 30 settembre. Non mi sembra una spiegazione degna di un assessore al bilancio. A questo punto un comune cittadino che deve pensare vedendo che gli amici dell’amministrazione vengono premiati con posti di comando?

Alla fine della fiera, chi ci perde a livello di rispettabilità nei confronti della città sono proprio i ragazzi che stanno gestendo la festa. La loro appartenenza partitica e l’ammissione di responsabilità del Sindaco li espongono alla critica del “stanno lì perché sono del partito”. E la buona riuscita della festa non cancellerà questa macchia. Un gesto di responsabilità, ed infine di dignità ci sarebbe da aspettarselo proprio da loro, per non essere tacciati di nepotismo o peggio ancora di servilismo. Ma purtroppo questo scatto non c’è stato. Comprensibile in effetti, perché il Partito Pigliatutto è l’unica istituzione cittadina nella quale si può fare carriera. E in questi tempi di vacche magre, quale carriera migliore di quella politica?

 

 

Porto Sant’Elpidio – Manaus SOLA ANDATA: Post-it Pse parte co “I Teatri del Mondo”

teatro per ragazzi

La Ventiquattresima Edizione de “I Teatri del Mondo” non poteva trovare apertura migliore del film di Ennio Brilli, “O Cavaleiro Guerin”, proiettato ieri alle 18 nella Sala Conferenze di Villa Baruchello. Il video concentra in 50 minuti l’esperienza di un gruppo di teatranti a Manaus, capitale dello stato dell’Amazzonia in Brasile, e ci fa entrare subito nel tessuto sociale del paese in cui hanno lavorato per una quindicina di giorni, nei suoi mercati, la zona delle palafitte, la strada.
L’associazione Aloe, spiega il Direttore Artistico del Festival Marco Renzi, vincitrice del bando emanato annualmente dal comune di Porto Sant’Elpidio a tutte le associazioni italiane che operano nel campo della solidarietà, è partita col suo progetto lo scorso settembre. Questo team oltrepassa la comune concezione di aiuto umanitario, ponendosi come scopo finale il recupero dei ragazzi dalla strada, dove vivono in condizioni di degrado sociale (prostituzione infantile, droga, AIDS) e dalla quale fanno fatica a staccarsi definitivamente.
L’attività di Aloe, secondo il Presidente Ombretta Morganti, sta nell’elevare le zone più povere e nel riconoscere che la nostra umanità è incompleta, se ancora esistono realtà afflitte da tali piaghe sociali e povertà. L’associazione, nata 15 anni fa, fornisce a tutti lo stimolo ad uscire da se stessi e a riconoscere alla Cultura il ruolo che le compete: non un lusso ma un’esigenza e un diritto fondamentale della persona.
Presenti in sala alcuni dei protagonisti dell’esperienza sul campo, Oberdan Cesanelli, Stefano Leva, Ennio Brilli; e anche chi, come Alice Ciccolini, sta per tornare a Manaus per portare avanti il progetto di recupero dei ragazzi dalle periferie, edificando case che possano ospitarli. E’ stato già acquistato un pulmino, che permetterà ai bambini di uscire da quella piccola realtà degradata che per troppo tempo è stata il loro unico mondo conosciuto.
“Asino chi non legge” è la scritta sulla maglietta di Oberdan Cesanelli, mentre nel film prova lo spettacolo coi bambini di Manaus, e che ci dice come ad ogni bambino debba essere riconosciuto il diritto di avere l’opportunità di poter fare qualcosa di importante nella propria vita. Il team sente di esserci riuscito e, dopo aver visto il film, noi spettatori in sala non possiamo far altro che confermare.
Ennio Brilli, che predilige comunicare attraverso immagini e suoni, ci lascia comunque con la riflessione sul volontariato, che per lui è un atto di estremo egoismo. “Essere volontari significa volersi bene, e pochi l’hanno capito. Sono convinto che se qualcuno ci prova, poi non smette più”.
E’ questo lo spirito con cui vogliamo augurarvi un Buon Festival!

                                                                                                                         Giulia Cuini