[Post.X] Ferragosto e mezzo di fuoco

1004825_10201512907891938_1786937687_n

Non sono razzista eppure non li sopporto, con le loro roulotte da cui partono fili con panni appesi in bella vista che si guardano in giro curiosi mentre, con il loro barbecue fumante si apprestano ad imbandire improvvisate tavolate, sporcando indiscriminatamente il nostro territorio da nord a sud e persino sull’ostile fila di alberi sul lungomare davanti alla stazione. E’ incredibile dove riescono a sostare certi camperisti quando gli chiedi di tirar fuori un euro.
Si, ci sono anche i Rom a tenerci compagnia in questa strana estate, e neanche per loro stravedo, o meglio, mi piacciono di piu’ quando si portano dietro il Tagadà o gli autoscontri.

E come di consueto, con il loro arrivo, partono i soliti discorsi; quelli che fanno gli auguri ai dittatori morti che urlano: “rubano, non pagano le tasse, auto di lusso, che vadano a lavorare, benzina” Ma chi assumerebbe un rom? Non certo io. Quindi per qualche meccanismo perverso siamo noi stessi che li manteniamo in questo stato? e siamo sicuri che i rom abbiano dei buoni motivi per entrare a far parte di un sistema di cui ci lamentiamo ogni giorno?

Poi i compassionevoli radical chic che rompono il cazzo a quelli che fanno gli auguri ai dittatori morti rispondono: “L’integrazione deve partire dalle basi, la formazione dell’individuo, distinguiamo i rom dai rumeni, la grande cultura Sinti, Moni Ovadia”
A questi invece racconto un episodio: torno a casa, salgo le scale a memoria, stavo cercando un numero sul cellulare e passai distrattamente davanti alla finestra spalancata del pianerottolo del primo piano, ad un certo punto la nostra badante rumena mi fa: “Chiudi tutto che sono arrivati gli zingari, è pieno non hai visto?” ed ho subito obbedito, poi ho riflettuto. Non è un problema di integrazione, anzi, quando uno straniero diventa razzista nei confronti di altre minoranze significa che il processo d’integrazione a Porto Sant’Elpidio sta avvenendo nel miglior modo possibile.

Nel frattempo fa discutere l’ordinanza del Sindaco Franchellucci nella notte di Ferragosto che prevede, ad eccezione dei camperisti, il divieto di bivaccare su potenziali lotti edificabili lungo tutto il litorale, con multe cosi’ salate che quasi conviene essere beccato a caricare una mignotta contromano di notte a fari spenti.

Saranno 2 le pattuglie impiegate di vigili urbani pronte a sequestrarvi il fuoco,
e che senza sosta, pattuglieranno il lungomare per ridurre al minimo il rischio di bottiglie spaccate sparse sulla spiaggia che un domani potrebbero ferire un costruttore avventato. L’obiettivo è anche quello di evitare il via-vai di ambulanze che tristemente intervalla le notti di ferragosto raccogliendo ragazzini alle prime armi, in preda a crisi d’astinenza da facebook.

Divieto su tutto il territorio anche per i fuochi liberi persino davanti alla Ex Fim dove c’è cosi’ poca spiaggia che l’anno scorso ho scambiato un falò per un funerale vichingo.
I vigili si sono detti entusiasti dell’iniziativa:”Meglio dell’Autovelox” mentre è sul web che monta la protesta degli elpidiensi, gente che come me, ha passato tutte le notti di ferragosto stazionata sotto uno chalet ad ubriacarsi non puo’ essere di punto in bianco obbligata a farlo. Molti gli hanno dato del ‘fascista’ altri del ‘vecchio’ ma in entrambe i casi ha risposto: “Grazie, troppo gentili”

Il bello, è che di tutti noi che critichiamo quest’ordinanza, nessuno dovrà accendere un fuoco o stare piu’ di 1 ora in spiaggia, ma ci indignamo lo stesso, forse perche’ vedere ragazzini alle prese con un falo’ intorno ad una chitarra è bello perchè per qualche istante ci fa ricordare i bei tempi o forse perchè anche le cose piu’ scontate, quando imposte, diventano opprimenti ed odiose.

“Nazzarè, gia’ stemo sfigati che
facemo ferragosto quajo lu portu
non ce lo fa pesà pure tu”

Vittorio Lattanzi

Fino all’ultima battaglia, fino all’ultima bottiglia

bukowski

Era l’estate del 2004, o giù di lì. Ricordo un carrello pieno di arrosticini, carbonella, patatine e lattine di birra. Dopo le otto si era scaldata a tal punto che avrebbero dovuto pagare noi per berla. Ma poco importava, perché avevamo sedici anni e aspettavamo quella sera dall’inizio delle vacanze. Avevamo iniziato a pianificarla con largo anticipo, fantasticando su ragazze che non ci avrebbero mai considerato e goliardia obbligatoria. Già, obbligatoria. Perché la notte dell’alba divertirsi rasentava l’imposizione.
Fa strano parlare di obblighi di divertimento proprio oggi che l’amministrazione comunale ha introdotto divieti. Niente falò e 200 euro di multa per chi consuma alcolici nelle aree pubbliche del centro abitato.

“Siamo partiti dalla considerazione che, da alcuni anni, la notte tra il 14 e il 15 agosto, è caratterizzata oltre che da attività diverse organizzate dai gestori dei pubblici esercizi, anche dall’occupazione delle spiagge libere per l’accensione di fuochi per bivacco notturno di gruppi di persone dedite al consumo di bevande alcoliche. […] Noi ci teniamo a far capire alla cittadinanza il valore di prevenzione della salute pubblica e della sicurezza”. La ratio formale risiede, dunque, nella propaganda del cosiddetto “divertimento sicuro”, termine un po’ bacchettone tendente all’ingiunzione paradossale. Ossia?
L’esempio classico di ingiunzione paradossale è “sii spontaneo”, ma rendono l’idea anche “amami” e il ricorrente “non sudare”, caldeggiato almeno una volta da ogni madre ansiosa ed ansiogena prima di una partita di calcio del povero pargolo. Quando ho sentito del provvedimento comunale, sono stato catapultato in una dimensione derivante da sindrome da apprensione indotta, immaginandomi sindaco, polizia municipale e Vallesi che si rivolgevano al me sedicenne con in mano una tavola riportante il diktat sul divertimento.
– Non bere, o se proprio non riesci a rinunciare ad una birra, consumala in uno chalet in modo responsabile
– Non accendere il fuoco in spiaggia: non sei esperto e il mix diavolina/alcool è pericolosissimo
– Non farti il bagno a mezzanotte: non siamo attrezzati per eventuali emergenze, vuoi davvero rischiare così tanto per una goliardata?
– Evita schiamazzi notturni e intrattenimenti rumorosi: abbiamo organizzato apposta un concerto di musica classica alle 4; mentre aspetti puoi giocare a scacchi o dedicarti ad altre attività intellettualmente stimolanti

Detto questo, divertiti.
Capite ora cos’è l’ingiunzione paradossale?

Lungi da me veicolare messaggi inneggianti a violenza, degrado, autodistruzione ed alcolismo, resto fermamente convinto che il provvedimento in atto mini seriamente la lecita possibilità di divertirsi degli adolescenti, ossia gli unici ad occupare la spiaggia fino all’alba del 15 agosto. Per chi ha sempre vissuto in casa dei genitori, in un paese monopolizzato dai circoli per anziani, trascorrere una notte all’aperto con i propri amici, preparando cibo in autonomia e bevendo, è un’evasione agognata da mesi.
“In alcuni casi negli anni precedenti, hanno dato fuoco ad ombrelloni ed usato la staccionata della pineta per i falò; per non parlare dei mezzi che costantemente entrano nel demanio per scaricare materiali in spiaggia”. La seconda giustificazione al provvedimento verte sul decoro urbano e, in particolare, sull’alto numero di incendi dolosi. Qui mi sembra necessario soffermarmi sulla distinzione tra divertimento e vandalismo, specificando che il secondo è di natura intenzionale e, in quanto tale, muove esclusivamente da motivazioni interiori difficili da identificare e arginare. In altre parole, chi trova appagamento nel bruciare un ombrellone, può farlo con un comunissimo accendino, a qualsiasi ora e a prescindere dalla situazione. Limitare i falò per non creare occasione per i vandali di accendere attrezzatura ricettiva è come proibire l’uso dell’aeroplano perché qualcuno, poi, potrebbe utilizzarlo per gettare bombe. Combattere il vandalismo in questo modo significa procedere a tastoni, demonizzando tutte le occasioni in cui si possa potenzialmente manifestare. Mi dev’essere sfuggita, probabilmente, la parte del programma elettorale sugli esperimenti sul riflesso condizionato, dove fuoco e alcol sono il metronomo, gli adolescenti i cani e l’amministrazione comunale veste i panni di Pavlov.

Forse è vero che gli adolescenti di oggi sono più irrequieti e trasgressivi di quanto io lo fossi un tempo. Ma questa affermazione mi suona da vecchio compassato e saccente, che trova nell’età la sua unica ricchezza e si rivolge al giovane in questo modo:
“Quanti anni hai ragazzino?”
“16”
“Io alla tua età ne avevo molti di più”.
Forse, mi avessero imposto una proibizione simile all’epoca, non sarei proprio uscito la notte dell’alba. Mi sarei rinchiuso in casa a divorare Bukowski, perché solo nelle sue pagine avrei ritrovato vino, bivacco e bighellonaggio. Per le puttane, invece, sarebbe andata ancora benone la statale.

Lmc

Fonte foto: http://thebaltimorechop.com/2011/10/19/daydrinking-not-just-for-saint-patricks-day-anymore/bukowski/