La falsa bonifica in salsa elettorale

BonificaFake

Di Riccardo Marchionni

PORTO SANT’ELPIDIO – All’ex Fim sono ripartiti veramente i lavori di bonifica? La risposta è semplice: no. Allora perché su tutti i giornali è stato pubblicizzato il progetto di riqualificazione, e perché c’è quell’enorme cartello con lo stemma comunale e la scritta “Lavori di bonifica area ex Fim” sulla spiaggia di fronte all’ex concimificio?

Andiamo con ordine.

Il progetto di riqualificazione è stato pubblicizzato in maniera così massiccia molto probabilmente con lo scopo di rendere l’area appetibile a possibili investitori. L’attuale proprietà della Fim Spa non è infatti più in grado di portare avanti i lavori di bonifica con le proprie forze. Sono tanti i fattori che portano a dire questo, il primo dei quali è che la proprietà avrebbe potuto ricominciare la bonifica già da agosto 2016, invece stanno ancora fermi. Lo dimostra anche il fatto che i lavori di bonifica ancora da effettuare sono stati spacchettati in sei fasi. La proprietà può stipulare una fidejussione a garanzia della bonifica minore rispetto a quella che servirebbe se i lavori fossero effettuati nella loro totalità, cioè un sesto alla volta. E al termine di ogni fase di bonifica la proprietà può “sbloccare” il lotto risanato e venderlo eventualmente al miglior offerente per fare cassa. Nonostante tutte queste facilitazioni la proprietà non ha iniziato affatto i lavori di bonifica, infatti non è stata presentata nessuna polizza fidejussoria in Comune, che, parole del Dirigente dei Lavori Pubblici Alessandrini, non farà partire i lavori finché non viene presentata la fidejussione (che è obbligatoria per legge).

Allora perché c’è quel cartello sulla spiaggia, e perché ci sono le ruspe in azione?

Nella conferenza dei servizi dello scorso 18 dicembre è stato deciso che la proprietà doveva farsi carico di spostare un costone inquinato, un pezzo di spiaggia cementificato ed interrato situato sulla battigia antistante l’ex Fim. Il cosiddetto “costone rosso”, formatosi a causa degli sversamenti in mare degli scarti di lavorazione con alta presenza di polvere di pirite, dovrà essere semplicemente spostato all’interno dell’area Fim e poi coperto con un telo aspettando il via della vera e propria bonifica per inertizzarlo definitivamente. La cosa ironica è che durante la conferenza dei servizi è stata sollevata per caso da uno dei presenti la questione della copertura del costone, che la proprietà non aveva minimamente pensato a come mettere in sicurezza. Quindi quel cartello è semplicemente pubblicità ingannevole, propaganda elettorale, è fumo negli occhi.

 

Ma come siamo arrivati fin qui?

La bonifica all’ex Fim è iniziata nel 2008 e si è fermata nel 2011. Nel 2008 era stata stipulata una polizza fidejussoria a garanzia della buona riuscita dei lavori che copriva tutto l’importo, cioè circa 10 milioni di euro. Arrivati al 70% della bonifica, il direttore dei lavori Ing. Davide Cesarini ferma tutto perché riscontra un inquinamento superiore rispetto a quello previsto nel piano di bonifica da lui stesso stilato. Sorge subito una prima domanda: perché si è fermato subito? Nel frattempo che l’Asur controllava l’effettivo maggiore inquinamento la proprietà avrebbe potuto comunque concludere il piano di bonifica che aveva iniziato. Forse l’arrivo della crisi economica e la poca prospettiva di vendita dell’area, unita alla crisi di alcuni dei soci della Fim può aver influito pesantemente sullo stop ai lavori. Lo stesso amministratore delegato della Ecoelpidiense (ditta che nello stesso tempo è proprietaria di circa il 20% della Fim Spa e incaricata di effettuare la bonifica) pochi anni fa disse che appena fosse stato approvato il nuovo piano di bonifica i lavori sarebbero immediatamente ripartiti, e che lo stop non aveva assolutamente una ragione economica. Questo purtroppo non è avvenuto e quindi dobbiamo dedurre che è proprio la crisi economica delle società proprietarie della Fim Spa che ha maggiormente influito sulla non avvenuta ripartenza dei lavori di bonifica.

La fidejussione stipulata nel 2008 riguardava dei lavori di bonifica di durata complessiva di 18 mesi, e aveva una durata di 5 anni. Nell’estate 2013 questa polizza è scaduta, la proprietà non l’ha rinnovata e il Comune non l’ha incassata. Quindi ora abbiamo un’area inquinata, bonificata più o meno a metà e nessuna garanzia che la bonifica vada a buon fine. L’Amministrazione comunale continua a mostrarsi genuflessa nei confronti della Fim Spa e i cittadini, come in ogni campagna elettorale da trent’anni a questa parte, vengono ingannati con promesse che non hanno alcun fondamento e che molti sanno che non verranno rispettate.

Franchellucci ha provato ad ingannare i cittadini facendo passare lo spostamento di un costone per un inizio di bonifica, ma la realtà dei fatti è lì a sbugiardarlo e chi ha un minimo di memoria storica o ha voglia di approfondire può capire facilmente l’inganno.

Spiaggia PSE, off-limits per disabili

10491111_10203860423938372_7664912693618643598_n

Di Riccardo Marchionni

PORTO SANT’ELPIDIO – Un nostro lettore ci ha portato a conoscenza di un’annosa questione che riguarda lui e altre persone disabili costrette sulla sedia a rotelle. Ogni anno, all’inizio della stagione estiva deve intraprendere una serrata relazione con l’amministrazione comunale perché vengano messe in posa delle pietre che conducano dal lungomare fino alla battigia, in modo da far raggiungere la spiaggia in maniera agevole anche a chi non cammina sulle proprie gambe.

Parliamo della zona di spiaggia libera in corrispondenza della quadrata. Lungo la strada c’è un parcheggio riservato ai disabili, dalla zona piastrellata parte una passerella che arriva fino alla doccia pubblica, e verso il mare arriva fino ad una ventina di metri dalla battigia. La parte di passerella che manca viene tolta ogni anno a settembre per evitare che le mareggiate invernali la riducano in polvere.

Ma il momento della messa in posa è variabile. L’anno scorso ad esempio la passerella è stata completata soltanto a metà luglio, dopo ripetute richieste del nostro lettore e di altre persone. Quest’anno, come sempre, ha iniziato a pressare ad inizio giugno, ma con scarsi risultati. Ha messo a conoscenza della situazione il consigliere Ciarrocca, il presidente del consiglio Romitelli, e l’assessore Sebastiani. È arrivato finanche all’ufficio tecnico del comune, ma fino a sabato scorso(28 giugno) nulla di fatto.

La situazione della passerella in zona “Quadrata” prima di sabato 28 giugno

Nella mattinata di sabato infatti il nostro lettore, mentre si stava recando in spiaggia incontra alcuni operai del comune intenti ad opere di pulizia e manutenzione del lungomare. Gli operai avevano l’ordine di portare via le pietre ammassate vicino alla doccia, ma dopo le proteste dell’indomito cittadino, con estrema cortesia e andando contro l’ordine ricevuto hanno provveduto a posizionare le pietre in direzione mare.

Missione compiuta quindi? Per niente affatto, perché tra la fine dello stradello in pietra e la battigia mancano ancora 15 metri(se un disabile vuole fare il bagno, come fa?), e non è neanche prevista una piattaforma dove parcheggiare le carrozzine o i passeggini. Sì perché queste passerelle, dotate di piattaforma e gazebo ombreggiante potrebbe essere utile oltre che alle persone disabili anche alle famiglie con bimbi piccoli con passeggini al seguito, o anche a persone temporaneamente infortunate. In altre regioni funziona proprio così.

La situazione di domenica 29 giugno. Si vedono perfettamente i 15/20 metri che separano la fine della passerella e la battigia

Sarebbe auspicabile che anche la nostra città si adegui a questi standard qualitativi di accesso alle spiagge libere. Si potrebbe iniziare ad esempio attrezzando due zone, una a nord una a sud, e poi migliorare di anno in anno. Basterebbe posizionare le passerelle ad inizio giugno anziché a metà luglio, tanto per cominciare. Diciamo che per un paese a vocazione turistica come il nostro, e con l’attenzione al sociale che rimarca ogni volta il sindaco(che detiene la specifica delega) non sarebbe da disdegnare una politica del genere. Aspettiamo fiduciosi.

 

Alcuni esempi di progetti per l’accesso alle spiagge per le persone disabili:

Il progetto “Mare senza barriere” (Toscana), premiato al concorso “Italia turismo accessibile”. Mare senza barriere progetto

Il progetto “Il mare è per tutti” (Liguria)

[Post.X] Ferragosto e mezzo di fuoco

1004825_10201512907891938_1786937687_n

Non sono razzista eppure non li sopporto, con le loro roulotte da cui partono fili con panni appesi in bella vista che si guardano in giro curiosi mentre, con il loro barbecue fumante si apprestano ad imbandire improvvisate tavolate, sporcando indiscriminatamente il nostro territorio da nord a sud e persino sull’ostile fila di alberi sul lungomare davanti alla stazione. E’ incredibile dove riescono a sostare certi camperisti quando gli chiedi di tirar fuori un euro.
Si, ci sono anche i Rom a tenerci compagnia in questa strana estate, e neanche per loro stravedo, o meglio, mi piacciono di piu’ quando si portano dietro il Tagadà o gli autoscontri.

E come di consueto, con il loro arrivo, partono i soliti discorsi; quelli che fanno gli auguri ai dittatori morti che urlano: “rubano, non pagano le tasse, auto di lusso, che vadano a lavorare, benzina” Ma chi assumerebbe un rom? Non certo io. Quindi per qualche meccanismo perverso siamo noi stessi che li manteniamo in questo stato? e siamo sicuri che i rom abbiano dei buoni motivi per entrare a far parte di un sistema di cui ci lamentiamo ogni giorno?

Poi i compassionevoli radical chic che rompono il cazzo a quelli che fanno gli auguri ai dittatori morti rispondono: “L’integrazione deve partire dalle basi, la formazione dell’individuo, distinguiamo i rom dai rumeni, la grande cultura Sinti, Moni Ovadia”
A questi invece racconto un episodio: torno a casa, salgo le scale a memoria, stavo cercando un numero sul cellulare e passai distrattamente davanti alla finestra spalancata del pianerottolo del primo piano, ad un certo punto la nostra badante rumena mi fa: “Chiudi tutto che sono arrivati gli zingari, è pieno non hai visto?” ed ho subito obbedito, poi ho riflettuto. Non è un problema di integrazione, anzi, quando uno straniero diventa razzista nei confronti di altre minoranze significa che il processo d’integrazione a Porto Sant’Elpidio sta avvenendo nel miglior modo possibile.

Nel frattempo fa discutere l’ordinanza del Sindaco Franchellucci nella notte di Ferragosto che prevede, ad eccezione dei camperisti, il divieto di bivaccare su potenziali lotti edificabili lungo tutto il litorale, con multe cosi’ salate che quasi conviene essere beccato a caricare una mignotta contromano di notte a fari spenti.

Saranno 2 le pattuglie impiegate di vigili urbani pronte a sequestrarvi il fuoco,
e che senza sosta, pattuglieranno il lungomare per ridurre al minimo il rischio di bottiglie spaccate sparse sulla spiaggia che un domani potrebbero ferire un costruttore avventato. L’obiettivo è anche quello di evitare il via-vai di ambulanze che tristemente intervalla le notti di ferragosto raccogliendo ragazzini alle prime armi, in preda a crisi d’astinenza da facebook.

Divieto su tutto il territorio anche per i fuochi liberi persino davanti alla Ex Fim dove c’è cosi’ poca spiaggia che l’anno scorso ho scambiato un falò per un funerale vichingo.
I vigili si sono detti entusiasti dell’iniziativa:”Meglio dell’Autovelox” mentre è sul web che monta la protesta degli elpidiensi, gente che come me, ha passato tutte le notti di ferragosto stazionata sotto uno chalet ad ubriacarsi non puo’ essere di punto in bianco obbligata a farlo. Molti gli hanno dato del ‘fascista’ altri del ‘vecchio’ ma in entrambe i casi ha risposto: “Grazie, troppo gentili”

Il bello, è che di tutti noi che critichiamo quest’ordinanza, nessuno dovrà accendere un fuoco o stare piu’ di 1 ora in spiaggia, ma ci indignamo lo stesso, forse perche’ vedere ragazzini alle prese con un falo’ intorno ad una chitarra è bello perchè per qualche istante ci fa ricordare i bei tempi o forse perchè anche le cose piu’ scontate, quando imposte, diventano opprimenti ed odiose.

“Nazzarè, gia’ stemo sfigati che
facemo ferragosto quajo lu portu
non ce lo fa pesà pure tu”

Vittorio Lattanzi

L’ordinanza di ferragosto contro alcool e bivacco

Stamattina è stata firmata dal sindaco Franchellucci l’ordinanza che vieta il consumo di alcool e l’accensione di fuochi nelle zone pubbliche nella notte tra il 14 e il 15 agosto 2013.

Ecco il documento completo, scaricabile in pdf.

3294_Ordinanza 58 del 13 agosto 2013

3294_Ordinanza 58 del  13 agosto 2013

 

3294_Ordinanza 58 del  13 agosto 2013_1

Fino all’ultima battaglia, fino all’ultima bottiglia

bukowski

Era l’estate del 2004, o giù di lì. Ricordo un carrello pieno di arrosticini, carbonella, patatine e lattine di birra. Dopo le otto si era scaldata a tal punto che avrebbero dovuto pagare noi per berla. Ma poco importava, perché avevamo sedici anni e aspettavamo quella sera dall’inizio delle vacanze. Avevamo iniziato a pianificarla con largo anticipo, fantasticando su ragazze che non ci avrebbero mai considerato e goliardia obbligatoria. Già, obbligatoria. Perché la notte dell’alba divertirsi rasentava l’imposizione.
Fa strano parlare di obblighi di divertimento proprio oggi che l’amministrazione comunale ha introdotto divieti. Niente falò e 200 euro di multa per chi consuma alcolici nelle aree pubbliche del centro abitato.

“Siamo partiti dalla considerazione che, da alcuni anni, la notte tra il 14 e il 15 agosto, è caratterizzata oltre che da attività diverse organizzate dai gestori dei pubblici esercizi, anche dall’occupazione delle spiagge libere per l’accensione di fuochi per bivacco notturno di gruppi di persone dedite al consumo di bevande alcoliche. […] Noi ci teniamo a far capire alla cittadinanza il valore di prevenzione della salute pubblica e della sicurezza”. La ratio formale risiede, dunque, nella propaganda del cosiddetto “divertimento sicuro”, termine un po’ bacchettone tendente all’ingiunzione paradossale. Ossia?
L’esempio classico di ingiunzione paradossale è “sii spontaneo”, ma rendono l’idea anche “amami” e il ricorrente “non sudare”, caldeggiato almeno una volta da ogni madre ansiosa ed ansiogena prima di una partita di calcio del povero pargolo. Quando ho sentito del provvedimento comunale, sono stato catapultato in una dimensione derivante da sindrome da apprensione indotta, immaginandomi sindaco, polizia municipale e Vallesi che si rivolgevano al me sedicenne con in mano una tavola riportante il diktat sul divertimento.
– Non bere, o se proprio non riesci a rinunciare ad una birra, consumala in uno chalet in modo responsabile
– Non accendere il fuoco in spiaggia: non sei esperto e il mix diavolina/alcool è pericolosissimo
– Non farti il bagno a mezzanotte: non siamo attrezzati per eventuali emergenze, vuoi davvero rischiare così tanto per una goliardata?
– Evita schiamazzi notturni e intrattenimenti rumorosi: abbiamo organizzato apposta un concerto di musica classica alle 4; mentre aspetti puoi giocare a scacchi o dedicarti ad altre attività intellettualmente stimolanti

Detto questo, divertiti.
Capite ora cos’è l’ingiunzione paradossale?

Lungi da me veicolare messaggi inneggianti a violenza, degrado, autodistruzione ed alcolismo, resto fermamente convinto che il provvedimento in atto mini seriamente la lecita possibilità di divertirsi degli adolescenti, ossia gli unici ad occupare la spiaggia fino all’alba del 15 agosto. Per chi ha sempre vissuto in casa dei genitori, in un paese monopolizzato dai circoli per anziani, trascorrere una notte all’aperto con i propri amici, preparando cibo in autonomia e bevendo, è un’evasione agognata da mesi.
“In alcuni casi negli anni precedenti, hanno dato fuoco ad ombrelloni ed usato la staccionata della pineta per i falò; per non parlare dei mezzi che costantemente entrano nel demanio per scaricare materiali in spiaggia”. La seconda giustificazione al provvedimento verte sul decoro urbano e, in particolare, sull’alto numero di incendi dolosi. Qui mi sembra necessario soffermarmi sulla distinzione tra divertimento e vandalismo, specificando che il secondo è di natura intenzionale e, in quanto tale, muove esclusivamente da motivazioni interiori difficili da identificare e arginare. In altre parole, chi trova appagamento nel bruciare un ombrellone, può farlo con un comunissimo accendino, a qualsiasi ora e a prescindere dalla situazione. Limitare i falò per non creare occasione per i vandali di accendere attrezzatura ricettiva è come proibire l’uso dell’aeroplano perché qualcuno, poi, potrebbe utilizzarlo per gettare bombe. Combattere il vandalismo in questo modo significa procedere a tastoni, demonizzando tutte le occasioni in cui si possa potenzialmente manifestare. Mi dev’essere sfuggita, probabilmente, la parte del programma elettorale sugli esperimenti sul riflesso condizionato, dove fuoco e alcol sono il metronomo, gli adolescenti i cani e l’amministrazione comunale veste i panni di Pavlov.

Forse è vero che gli adolescenti di oggi sono più irrequieti e trasgressivi di quanto io lo fossi un tempo. Ma questa affermazione mi suona da vecchio compassato e saccente, che trova nell’età la sua unica ricchezza e si rivolge al giovane in questo modo:
“Quanti anni hai ragazzino?”
“16”
“Io alla tua età ne avevo molti di più”.
Forse, mi avessero imposto una proibizione simile all’epoca, non sarei proprio uscito la notte dell’alba. Mi sarei rinchiuso in casa a divorare Bukowski, perché solo nelle sue pagine avrei ritrovato vino, bivacco e bighellonaggio. Per le puttane, invece, sarebbe andata ancora benone la statale.

Lmc

Fonte foto: http://thebaltimorechop.com/2011/10/19/daydrinking-not-just-for-saint-patricks-day-anymore/bukowski/

[Post.X] SI RIVOTA?!

Ebbene sì, Domenica (e Lunedì fino alle 15) si rivota. Dai per il sindaco. Lo dico a tutti quelli che hanno depositato la loro croce sulle schede elettorali e poi se ne son fottuti dei risultati. Che cazzo, cos’è che vi manca? Ah, i santini, con più di duecento consiglieri candidati, non c’è stato parente, amico, amico dell’amico che non sia stato raggiunto dall’avvisaglia della chiamata alle urne.
Credevate che fosse tutto finito? No, no, ci sono due giovani che lottano per un posto. Su, di questi tempi, dare un lavoro a un giovane è comunque una soddisfazione.
La mia domanda è: cittadini di Porto Sant’Elpidio, perché avete mollato la presa? C’avevo creduto, c’era così tanta partecipazione. Lo so, è arrivato il caldo, abbiamo sofferto uno strano prolungamento dell’inverno, e adesso è finita. Ed ecco, con ritorno di Don Matteo, della Fletcher scatta quell’idea d’estate, di spensieratezza, allentiamo la presa, iniziamo a lamentarci solo per l’afa e non più per le fottute buche per strada.
Ma verrà un altro inverno, cadranno mille petali di rose, la neve coprirà tutte le cose… No, le buche no, quelle torneranno a farvi incazzare. Quindi, prima di completare la vostra metamorfosi da pantofolai brontoloni a tipi da spiaggia, fate un ultimo sforzo.
Perché se non vi occupate di lui, prima o poi, questo paese si occuperà di voi.

Sergio Marinelli