
Di Marco Vesperini
PORTO SANT’ELPIDIO – Villa Baruchello è stata da sempre immagine della città di Porto Sant’Elpidio. La struttura principale, restaurata di recente, è orgoglio della città e usata dal Comune per eventi culturali, conferenze e quant’altro.
L’intero complesso, comprendente anche il bosco, è patrimonio storico dei Beni Culturali ed è stato venduto al Comune di Porto Sant’Elpidio dall’ultima proprietaria, la signora Coppini di Roma (moglie di Baruchello, da qui il nome usato impropriamente per la villa) che la acquistò nel 1933 come residenza estiva, al prezzo di 180 mila lire dell’epoca.
Il bosco, uno dei più grandi della città e comprendente essenze arboree di rara bellezza, vessa in completo abbandono. Dilaniato dalle intemperie, dal maltempo e dai recenti lavori per l’autostrada, sta morendo giorno dopo giorno. Ultima voce della lista i danni causati nella giornata dell’ 11 novembre scorso, in cui sono caduti alcuni alberi interni ed altri adiacenti il giardino retrostante la villa, con l’emblematica distruzione del tavolo “degli innamorati” da parte di un pino già da molto tempo pericolante e privo di messa in sicurezza, anche dopo le molte segnalazioni fatte alle autorità competenti.
Un altro arbusto della stessa famiglia minaccia nel bosco interno la torretta di avvistamento; piegato sopra quest’ultima, potrebbe cadere alla prossima nevicata. Altri cedri e essenze, con i loro rami non curati da una preventiva potatura, rischiano di cedere sotto il proprio peso, abbattendosi su quel che è rimasto della struttura in legno ai lati degli scalini (completamente ricoperti da terra e fogliame e non più visibili) che comprendevano il percorso interno al bosco.
Il terreno ad ovest dell’ex parco giochi è completamente devastato e i recenti lavori per l’autostrada hanno lasciato quella parte del complesso completamente martoriata, un deserto di sabbia e terra che mina la sostenibilità degli alberi sulla fiancata della collina.
Dopo le numerose segnalazioni di privati e dell’associazione di quartiere Marina Picena, che aveva anche trovato degli specialisti per una messa in sicurezza straordinaria per la potatura di quelle piante che potrebbero non superare l’invernata, in accordo con la forestale, a costa zero per le casse comunali, l’Amministrazione, nella figura di nessuno sa ancora chi, ha mandato l’Ecoelpidiense; gli operai si sono fermati alla potatura di un arbusto e ad una pulizia a terra di un tratto di bosco per arrivare in cima, nella scorsa settimana, ma i lavori sono tuttora in essere e bisognerà capire che tipo di azione si sta portando avanti se di messa in sicurezza o di mera pulizia straordinaria; l’Amministrazione ha assicurato che gli operai stanno lavorando a costo zero, dando la maggior quantità di legname raccolto a disposizione delle famiglie meno abbienti e una piccola parte depositata presso l’Ecoelpidiense. Un’azione piuttosto opaca dato che una manutenzione di questo tipo richiede la mano di professionisti del settore.
L’associazione Marina Picena, che aveva già previsto in un accordo di collaborazione con il Comune, non ancora arrivato a compimento, si sta facendo portavoce dei residenti per l’affidamento della manutenzione del verde (giardini e parco boschivo) nonché dei locali della struttura, minati dall’umidità, con un progetto già protocollato negli uffici comunali che aspetta le risorse necessarie.

“Riguardo il bosco ci sarebbe bisogno di un progetto a parte, con professionisti del settore; io lavorerei per settori, con cadenza triennale, in modo da rinverdire il sottobosco, dopo una attenta e mirata pulizia delle piante morte e del fogliame, nonché una seria salvaguardia degli alberi a rischio, fermo restando che non si possono ripiantare alberi nel terreno del bosco così com’è perché per esperienza posso dire che morirebbero dopo qualche tempo – afferma Gaetano Fulgenzi, ex custode della villa – ci sono però dei lavori riguardanti il giardino e le essenze adiacenti che potrebbe essere fatto immediatamente e a costi quasi inesistenti se ci fossero dei volontari guidati da professionisti del settore. Come ad esempio tagliare tutte le piante malate del viale di ingresso dopo il cancello fino alla siepe e lavorare su quest’ultima per tutto il perimetro della villa. Ci sono infatti molti punti in cui sono cresciute tipi di piante che non facevano parte della siepe originale e che creano soltanto danno a quest’ultima, importante riparo dei giardini, sia come frangivento che come stabilità per la luce. Portarla a 1.70-1.80 m sarebbe ottimale, tagliando tutti i lauri vecchi. Il cedro ( il grande albero di fronte alla facciata esterna della struttura, a destra del viale interno) è morto, in un primo tempo bisognerebbe potarlo e coprirlo con un edera per una prima messa in sicurezza, anche se nel tempo andrebbe tagliato”.
Anche altri lavori riguarderebbero le aiuole, la fontana (sotto la villa c’è un acqua sorgiva dei sibillini potabile che prima con tutta una serie di vasche, tuttora esistenti, portava l’acqua alla fontana principale e in un punto dietro la struttura principale per uso domestico), i cespugli e le essenze dietro la scalinata principale con statue. Questa e la messa in sicurezza del bosco sono delle vere priorità, urgenti se non vogliamo che un gioiello cittadino e regionale venga completamente distrutto per l’abbandono da parte della comunità che dovrebbe preservarlo.

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