Ex Fim. La Provincia approva l’accordo di programma

Un grande ‘fardello’ quello che si accinge a portare il presidente Fabrizio Cesetti nel canto del cigno del governo politico del fermano. Un accordo di programma firmato in bianco, senza nessuna documentazione agli atti se non il progetto presentato dai privati nel luglio 2013. “Franchellucci merita il nostro appoggio ma sia chiaro che questo non significa che domani partiranno i lavori”.

2014-06-23 18.44.10

Di Marco Vesperini

FERMO – Il Consiglio provinciale approva, nel suo ultimo giorno di vita, la procedura di accordo di programma dell’area ‘Ex Fim’. Uno strumento più veloce rispetto la variante al PRG che consiste nell’accordo tra Comune e Provincia o Regione per “rilevante interesse pubblico regionale, provinciale o comunale”. In questo caso si tratta della bonifica, ancora non terminata, di un sito inquinato su cui si prevedono 35.000 mq di superfice edificabile sui 22.160 precedentemente previsti. Un aumento di 13.160 mq, un regalo non da poco ai privati se pensiamo che nel giugno 2013 è scaduto il tempo che gli stessi si erano dati per la bonifica: un contratto disatteso con il Comune; e quest’ultimo invece di incamerare i 3 milioni rimanenti dalla fidejussione ha pensato bene non solo di disattendere, ma anche di non rinnovarla, lasciando il pubblico interesse dei suoi abitanti di vedere bonificato quel sito alla mercé del caso. La motivazione del ritardo adottata dall’attuatore, nonché uno dei 3 soci privati, l’Eco Elpidiense, riguarda il calcolo sbagliato di piombo risultante da una parte dell’area inquinata, maggiore delle previsioni; per il quale è stato necessario il trasporto in un sito adatto allo smaltimento prima non previsto.

Cesetti sottolinea che “l’accordo reale dovrà essere ancora costruito dalle sua fondamenta che passerà per la conferenza dei servizi, il Via e il Vas – e continua – la nostra è solo una procedura di garanzia di valutazione della conformità ai piani sovraordinati e all’interesse pubblico”. Una mera approvazione burocratica, secondo il presidente, che non vuole rimanere “indifferente perché quel sito è una vergogna, una ferita”. D’accordo tutti i membri della maggioranza democrat e molti nelle file dell’opposizione, che di fatto, visti gli interventi, sembrano non conoscere a fondo il tema trattato.

Un'immagine del progetto urbanistico

Un’immagine del progetto urbanistico

 

Tutti d’accordo tranne Saturnino Di Ruscio, ex sindaco di Fermo. “Noi stiamo approvando una procedura di accordo di programma in bianco, senza nessun documento – e sottolinea che – il motivo problematico sono i tempi di attuazione. Se non hai pianificato la bonifica, come si può adottare l’accordo di programma non conoscendo i tempi?”. Infatti il Comune ha chiesto ai privati di rifare un progetto di bonifica adeguato viste le problematiche prima citate. Non si può far dopo “perché poi chi controlla?”; e ricorda che per la legge le volumetrie che sono state abbattute non sono recuperabili dal privato “quindi quelle aggiuntive sono delle concessioni”. Mentre il business plan, secondo le stime del consigliere, sarebbe intorno ai 98 milioni di euro per il costo e 113 milioni il ricavato complessivo. “Porto Sant’Elpidio ha la capacità di riassorbire 350 appartamenti, un albergo e svariati metri cubi di comparto commerciale? A me sembra il film di Lido Tre Archi”.

Poi cita alcuni nomi che si intrecciano tra affari e politica nella città rivierasca. “Ho visto che l’ex presidente dell’Eco Elpidiense al tempo dell’asta di acquisto dell’area, Massimo Properzi, è oggi il segretario del Pd a Porto Sant’Elpidio; Il figlio dell’attuale presidente(Nicolai) è il segretario provinciale del PD; mentre il presidente del Tennacola è Renato Vallesi(ex assessore comunale e provinciale), padre dell’assessore Carlo Vallesi (dipendente dell’Ecoelpidiense). Un intreccio tra il Pd e i vertici dell’Eco Elpidiense, tra il Pd il Tennacola e l’Eco Elpidiense – e conclude – quindi parliamo del Pd o dell’Eco Elpidiense? Non ho le prove per dire che qualcosa non va, ma sarebbe buona norma separare affari e politica”. Incassato l’ok della provincia la stipula dell’accordo di programma dovrà essere depositata presso le sedi dei due enti, dopodiché partiranno i sessanta giorni di consultazioni pubbliche dove cittadini e associazioni interessate potranno dire la loro sul progetto.

La centrale a biomasse di Campiglione

Sadam Zuccherificio Jesi

Una storia che dura da anni mette in evidenza le incongruenze tra i governi locali e quello regionale, guidati tutti dal Partito Democratico. Da una parte Brambatti(sindaco di Fermo) e Cesetti(presidente ella Provincia) sono contrari alla centrale di Campiglione, dall’altra il governatore Spacca e la giunta regionale che sembrano invece favorevoli.

Di Pamela Adami

FERMO – Ha voluto rassicurare i cittadini di Campiglione Nella Brambatti, sindaco di Fermo, intervenuta martedì 29 Aprile alla riunione indetta dal Partito Democratico nel Centro Sociale del quartiere per «dire no alla Centrale Biomasse». 
Per affermare il diritto alla vita la cittadinanza si è opposta da sempre alla costruzione della centrale e da sempre il comune, in particolare il Partito Democratico, si è fatto portavoce delle esigenze della comunità. Ma la sentenza del TAR Marche del 16.04.14, che ha accolto il ricorso della Powercrop, dà nuovo avvio all’iter procedurale per il rilascio dell’autorizzazione per la centrale biomasse. La VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) ora dovrà essere riformulata dalla Provincia tenendo conto, secondo la sentenza del TAR, di «indiscutibili presupposti», di cui non si hanno valutazioni oggettive. Dunque i cittadini sono inferociti e stanchi di una vicenda che si protrae da diversi anni e il sindaco, insieme al presidente della Provincia di Fermo Fabrizio Cesetti, ha affermato la volontà di far ricorso al Consiglio di Stato per impugnare la sentenza e non solo: «ricorreremo a qualsiasi atto amministrativo necessario». Seguendo un iter che si prevede ancora lungo e tortuoso.

In merito è intervenuto anche Manolo Bagalini, segretario cittadino del Partito Democratico: «Come PD abbiamo ribadito il nostro forte senso di contrarietà, espresso sin dall’inizio di questa vicenda. Una posizione che si concretizza nei fatti e non resta solo ideologica. Campiglione negli ultimi anni ha subito una forte urbanizzazione ed uno sviluppo economico-commerciale spaventoso. E’ nostro compito inoltre fare pressing sulla Regione per la firma dell’accordo di programma per la realizzazione del nuovo ospedale di rete”. Sì perché ciò che ha influenzato di più nella decisione del TAR sarebbe stato soprattutto il parere favorevole alla centrale, ma espresso in modo non chiaro, da parte dell’Azienda Unica Regionale. Il parere «non negativo» di ASUR e ARPAM sembra pieno di incongruenze necessariamente da chiarire e ben definire e qualora risultino infondate «i danni li chiedo a loro», afferma Cesetti, il quale conclude ribadendo che le ragioni del territorio e la tutela della salute dei cittadini dovrebbe essere più forti di ogni interesse economico.

Numerosissimi gli interventi a gran voce dei cittadini, rincuorati (forse) soltanto da una promessa espressa dal Presidente della Provincia ma pienamente condivisa dal Sindaco e dal Partito Democratico: «Se tra istituzioni, cittadini e comitati saremo uniti e determinati nel portare avanti questa battaglia, convinti che la legge è dalla nostra parte, la centrale biomasse non si farà!».

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