Giochi senza scogliere

La Regione Marche ci odia, è palese.

Certo alle orecchie di Spacca&co. la richiesta di 18 milioni di euro per salvare Porto Sant’Elpidio deve aver suonato come la richiesta di un kamikaze di essere messo in cima alla lista per il trapianto, ma ciò non giustifica le menzogne perpetrate a noi elpidiensi.

E non solo. Ribadisce l’astio verso la nostra città scartandoci chirurgicamente da ogni intervento, rispondendo in sostanza che i tratti di spiaggia maggiormente colpiti dalla furia delle mareggiate interessano solo spiaggia libera e concessioni a privati, e quindi non prioritario dal punto di vista degli interventi, a differenza invece dei tratti di spiaggia dell’anconetano ad esempio dove il mare sta mettendo in serio pericolo il traffico ferroviaro.

In parole povere, per la Regione, P.S.Elpidio non avrebbe passaggi ferroviari minacciati dall’acqua e quindi può aspettare. Si sbagliano!

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Fonte foto: Corriere Adriatico (Capito informazione.tv?)

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Fonte foto: Resto del Carlino (Capito informazione.tv?)

Riconfermato l'appalto per la gestione della piscina comunale

Ora speriamo che queste foto vengano allegate al dossier.

Intanto Franchellucci e la Pasquali non stanno a guardare, hanno fatto rinforzare i punti critici della costa disponendo specifici cubi di cemento per alimenti.

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E continuano a lanciare messaggi indirizzati alla regione sulle maggiori testate locali.

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Anche se quest’ultimo è un bluff. Come facciamo a sapere che è così?

Ma perché, pensate davvero che se a concedere i fondi della Regione spettasse al Sindaco di P.S.Elpidio li avrebbe affidati all’amministrazione di P.S.Elpidio?

Ecco una proiezione di come potrebbe apparire il nostro litorale ad agosto 2016 se la Regione Marche continuasse ad ignorare la situazione lasciandoci in balia dell’amministrazione.10685527_10205400127952545_1830327868721393290_n

 

Ovviamente, la speranza condivisa all’unanimità dalla popolazione, forse anche la più logica, è che il nostro Paolo Petrini possa vincere in regione per poi convogliare tutti i soldi nel nostro comune trasformandoci in una nuova Acapulco e che tutti gli altri comuni, democraticamente, selapijessedanterculo.

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Ma se ciò non dovesse accadere? se questa propaganda politica inversa dovesse fallire?

Post-X, da sempre al fianco dei cittadini elpidiensi, si è spinta oltre i confini delle rotonde, non si ferma ad osservare e raccontare ma propone sempre soluzioni alternative e a costo zero che speriamo vengano accolte.

Ecco come possiamo risolvere il problema delle scogliere: facciamole sponsorizzare ai privati.10914739_10205226244908174_5884872345316665014_o

Vendiamo uno spazio pubblicitario ad esempio a 3000 euro al metro di scogliera alle aziende a cui verranno aggiunti i costi di verniciatura del logo sullo scoglio, per 7 kilometri di scogliera otterremmo 21 milioni di euro. Le grandi aziende non potrebbero resistere ad una proposta simile, il monte Rushmore delle sponsorizzazioni, un ritorno di immagine mai visto prima e ad un costo bassissimo! Per non parlare del rilancio turistico al nostro paese grazie ad una scogliera originale e coloratissima. Cosa stiamo aspettando?

 

 

Vittorio L.

Foto: Alessio C. e Marco B.

Sudomagodo se ne va. Chi sarà il prossimo?

Di Riccardo Marchionni

PORTO SANT’ELPIDIO – Sconforto e delusione sono i due sentimenti che si provano a vedere il triste spettacolo dello chalet Sudomagodo che rischia di franare in mare. Sentimenti che si provano pensando a quanto lavoro e quanti soldi sono stati investiti in una struttura turistica che per colpa di scelte clamorosamente sbagliate da parte dell’amministrazione rischia di venire distrutta dalla forza del mare. E non sarà neanche l’unico a subire le conseguenze peggiori di tali scellerate scelte. Infatti nella tarda mattinata anche alcuni cubi di cemento che sostengono la pavimentazione di Saxa Beach sono franati in mare lasciando la struttura in balia delle onde.

In mattinata c’è stata una riunione proprio allo chalet Sudomagodo con l’amministrazione e la Capitaneria di Porto e si è arrivati alla conclusione che nell’immediato(domani) ci sarà una delibera ad hoc per permettere il posizionamento di blocchi di cemento a difesa delle strutture nell’area che va dai casotti dei pescatori fino a Saxa Beach. Lascia tutti ammutoliti Cristiano Recanati(proprietario di Saxa Beach) quando arriva sul posto, commentando con un rassegnato “e adesso che ci inventiamo?”.

Franchellucci, proprio perché ha deciso di improntare la sua amministrazione in continuità con quelle passate ora ne paga il prezzo. Paga lo scotto del non poter dire chiaramente ed apertamente che il progetto di salvaguardia della costa portato avanti dai suoi predecessori non solo non è stato efficace ma è stato dannoso. Ed il non ammettere questa ovvietà, unito al rattoppare malamente le pecche passate lo rende un Sindaco dimezzato. Non può essere sincero con i cittadini ed ha le mani legate per colpa delle precedenti amministrazioni. Ora infatti, scaricare la colpa sulla Regione che non ha incluso la nostra città nel piano regionale di difesa costiera, equivale a buttare fumo negli occhi. I soldi la Regione ce li ha già dati pochi anni fa, e la nostra amministrazione li ha usati malissimo, inoltre a livello regionale si preferisce intervenire dove ci sono pericoli per le infrastrutture pubbliche, e non è il caso nostro.

C’è anche il consigliere Enzo Farina a guardare la scena, “hanno fatto il lungomare sud per poter mettere la bandierina, ma il problema parte proprio da lì. Il problema riguarda il progetto del lungomare sud, del marciapiede, dei pali posti al contrario e in tale quantità che guardando in lontananza coprono la vista della spiaggia, e degli chalet costruiti troppo a ridosso del mare. Mi ricordo quand’ero più giovane il mare arrivava fino a lambire la ferrovia quando c’erano le mareggiate”, commenta laconico Farina. E dà anche una visione d’insieme dei problemi della nostra città, “è ora di dire basta, non se ne può più, la nostra città è impantanata in quattro/cinque situazioni private che bloccano lo sviluppo a discapito di tutti. Questo è un modo di fare che non va più bene, bisogna dirlo”.

Su questo fronte il Sindaco rischia grosso. Rischia di pagare il conto aperto dai suoi predecessori. Se i balneari intentano una causa collettiva contro il comune, come la mettiamo? Chi pagherà? Toccherà fare un pellegrinaggio fino al quartiere San Filippo e al quartiere Cretarola per suonare il campanello dei due ex sindaci e anche(forse soprattutto) a casa del quasi ex capo dell’ufficio tecnico.

Il piano di difesa costiera è stato un bluff per mascherare la costruzione della darsena, le barriere soffolte sono state fatte buttando la terra in mare al posto delle pietre, e i danni provocati dai pennelli ora ce li chiedono indietro i balneari con le cause in tribunale; il “lungomare sud” è costato tantissimo, è stato realizzato male e troppo vicino al mare(perché non era stata risolta la questione Fim, altra ferita aperta), e i cittadini che ci camminano sopra e cadono chiedono giustamente i danni al comune. Ma che modo di amministrare è questo? E che Sindaco è quello che è fiero di amministrare in continuità con chi ha commesso questi gravi errori?

La scomparsa degli chalet non sarà una cosa facile da far scordare alla cittadinanza. Nazareno Franchellucci è ad un bivio, o prende le distanze e ammette il fallimento delle strategie fin ora adottate e va a chiamare chi ha sbagliato per chiedergli conto di ciò che ha fatto, oppure, se non ha il coraggio di fare questo, è meglio che se ne torni a casa, perché la città non può restare un minuto in più sotto al giogo dei rapporti di potere che hanno segnato fino ad ora la nostra vita amministrativa.

Quanto ci costa salvare la costa?

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Di Riccardo Marchionni

Venerdì 15 novembre si è tenuta una riunione tra proprietari e gestori degli stabilimenti balneari e l’amministrazione comunale, in seguito alla mareggiata di pochi giorni prima che ha inflitto danni ingenti a molti chalet, soprattutto del lungomare sud. Erano presenti una ventina tra proprietari e gestori. Per l’amministrazione erano presenti invece il vicesindaco Pasquali, l’assessore alla protezione civile Vallesi, l’assessore al turismo Sebastiani, il dirigente dell’ufficio tecnico Stefoni, ed il capitano della polizia locale Gattafoni. Tra la platea, in mezzo ai balneari erano inoltre presenti i due consiglieri del M5S Cerquozzi e Spina, ed altri attivisti del movimento.

L’intento della riunione era di creare un piano d’emergenza per far fronte alle mareggiate. Già a settembre c’era stato un’altro incontro tra i balneari e l’allora assessore Scotucci che si era preso l’impegno di creare un tavolo per risolvere questa problematica. Poi Scotucci è stato cacciato e non s’è fatto più nulla. Ma l’ex vicesindaco non è stato il solo a voler affrontare questo problema, infatti sempre a settembre Roberto Cerquozzi, capogruppo del M5S, aveva protocollato la richiesta di poter parlare in commissione III della darsena e dell’erosione costiera. Esito della sua richiesta, negativo. Per prassi le commissioni si riuniscono una volta al mese e sempre per prassi si parla di un solo argomento per volta. Sarebbe il caso forse di cambiare la prassi e di fare un vero e proprio regolamento delle commissioni per renderle un efficace strumento operativo del consiglio comunale, o vogliamo lasciarle l’inutile appendice del consiglio come sono ora? Non si sa. Di certo si sa che l’amministrazione non vuole affrontare questa problematica, tanto che i balneari hanno paura che la prossima riunione si terrà solo dopo la prossima mareggiata e che finirà in nulla di fatto. Il vicesindaco Pasquali rassicura tutti escludendo fermamente questa possibilità. Staremo a vedere.

L’erosione continua

Pennelli, scogli, barriere soffolte, non si sa a chi dare la colpa della continua erosione costiera che affligge il litorale elpidiense. Sui social network all’indomani della mareggiata della scorsa settimana tutti hanno commentato, cercato di spiegare, provato a risolvere le mille tematiche connesse a questo problema. Anche durante la riunione in questione si è cercato di fare chiarezza su tutto ciò. Dagli sviluppi della discussione si è capito che il problema è molto grande e che nessuno vuole prendersi la responsabilità di affrontarlo a modo. Spieghiamo perché.

Con la riforma del titolo V della Costituzione del 2001 la competenza in materia di tutela del territorio viene affidata alle regioni. Quindi è la regione Marche l’ente indicato ad affrontare la questione. La regione dovrebbe attuare un piano di difesa della costa, ma nel bilancio regionale per la lotta all’erosione costiera non c’è nemmeno il capitolo di spesa.

I progetti

Sul nostro litorale però dei lavori sono stati fatti. Nel recente passato il comune ha dato incarico alla ditta Modimar di redigere due progetti: uno per la realizzazione di una darsena, ed un altro per la difesa della costa.

Le famose barriere soffolte(gli scogli a pelo dell’acqua) che partono dal camping Le Mimose e arrivano più o meno allo chalet Minù, fanno parte del progetto per la difesa della costa. Queste barriere sono state realizzate e collaudate, ma ad oggi c’è ancora un contenzioso giudiziario tra il comune e la ditta esecutrice dei lavori, perché non si sa se il materiale effettivamente messo in acqua corrisponda a quello previsto nelle carte. Nel frattempo gli scogli sommersi si sono assestati sul fondale e sono scesi di alcune decine di centimetri. Per alcuni ora sarebbero addirittura pericolosi, in quanto non spezzerebbero l’onda, ma la ingrandirebbero ancora di più. Per realizzare quest’opera sono stati spesi sei milioni e mezzo di euro(due terzi dalla regione ed un terzo dal comune), ma non sono stati previsti soldi per il ripascimento della spiaggia e per la manutenzione necessaria a mantenere efficienti gli scogli. Per questo appena installati funzionavano ed ora non funzionano più. Anche perché se avessero funzionato a dovere il mare avrebbe sfogato più a nord, mangiando la spiaggia di Tropical e Nero di sole.

Ma un altro è il progetto più intrigante e anche più dannoso: l’odiata ed amata darsena. All’inizio era stato presentato anche questo come progetto in difesa della costa, poi è stato inserito a forza all’interno del piano regionale dei porti per ricevere i finanziamenti. Come prima opera prevede la creazione di due “pennelli” di scogli, uno alla foce del Tenna, l’altro in direzione del fosso di Castellano.

Dall'alto si vedono i due pennelli, le scogliere soffolte e la silouette della costa

Dall’alto si vedono i due pennelli, le scogliere soffolte e la silouette della costa

Questi pennelli si sono rivelati controproducenti. Basta vedere su google maps la costa elpidiense per rendersi conto del lavoro che hanno svolto. Nel lato sud dei due pennelli ci sono accumuli di ghiaia e nel lato nord il mare mangia la costa(lo stesso effetto che si verifica intorno ad un porto). I più danneggiati sono stati gli stabilimenti balneari del lungomare sud per quanto riguarda il pennello del Tenna; la Playa de Cococciò e il camping La Risacca per quanto riguarda il pennello del fosso di Castellano(cioè la zona in cui sarebbe dovuta sorgere la darsena).

Il pennello sul fosso di Castellano che aumenta la spiagga davanti all'Holiday e annienta quella davanti a Cococciò e La Risacca

Il pennello sul fosso di Castellano che fa aumentare la spiagga davanti all’Holiday e fa diminuire quella davanti a Cococciò e La Risacca

Quindi le due opere fin ora realizzate a difesa della costa sono risultate inutili, se non dannose. Nonostante ciò alla ditta che le ha progettate l’amministrazione ha dato il compito di riscrivere un nuovo progetto darsena, perché il primo è stato bocciato dalla regione. Intanto però paghiamo i danni di un’azione impacciata a suon di decine di metri di spiaggia scomparsa.

Da quello che è emerso parlando con i vari gestori, la mossa ottimale sarebbe stata quella di creare un pennello alla foce del Chienti ed uno alla foce del Tenna, ed unirli tramite scogliere emerse o soffolte, in modo da creare un “vascone” che proteggerebbe la spiaggia elpidiense dall’erosione.

Puntare i piedi e creare un piano provvisorio

Perché però l’amministrazione non sembra convinta nel portare avanti una battaglia in regione affinché si attui un piano di salvaguardia della costa? Semplicissimo, perché costerebbe una marea di soldi. Significherebbe rompere le scatole, battere i pugni, mettere alle strette la giunta regionale affinché riesca a tirare fuori i soldi necessari. Il sindaco Franchellucci ha la forza di fare questo? Ma soprattutto, i nostri amministratori hanno voglia di rompere le scatole in regione, quando tra due anni ci saranno le elezioni regionali alle quali probabilmente qualcuno parteciperà?

Nel caso in cui il sindaco riesca nell’impresa, bisognerebbe comunque capire cosa si può fare negli anni che servono a portare a compimento l’iter regionale ed eventualmente i vari lavori. Cosa si fa a Porto Sant’Elpidio mentre la regione prepara il piano di salvaguardia della costa e lo realizza? Questa è la domanda più importante alla quale dobbiamo rispondere, e che ha cercato in tutti i modi di ribadire il consigliere Cerquozzi durante la riunione. Inoltre, visto che a Porto Sant’Elpidio dei soldi regionali sono già stati spesi, i prossimi finanziamenti non possiamo di certo aspettarceli di nuovo per noi, quindi i tempi si dilateranno ulteriormente.

Alla luce di tutto ciò l’amministrazione che propone? Il sindaco, l’assessore ai lavori pubblici, l’assessore all’ambiente, l’assessore alle grandi opere, che propongono di fare? Rispondere a queste domande non è solo cortesia, c’è in ballo il futuro di decine di famiglie che vivono grazie agli stabilimenti balneari che forse non sopravviveranno ad un’altra invernata di mareggiate, e c’è in ballo il futuro di tutta l’economia locale, perché se vogliamo vivere di turismo non possiamo farci portar via la spiaggia.

Il lungomare “Petrini”

Un ultimo punto è sembrato importante ribadire ad alcuni operatori balneari. La “colpa” di aver costruito gli chalet a dieci metri dal mare non è certamente la loro, ma di chi gli ha dato la possibilità di farlo. È chiaro che se gli chalet fossero stati costruiti quindici metri più ad ovest non ci sarebbero stati tutti questi danni, visto che le mareggiate sono sempre arrivate alla strada. Dovremmo chiedere all’allora sindaco Petrini perché ha voluto costruire un lungomare così addossato alla riva, prevedendo la costruzione di stabilimenti balneari che sarebbero potuti diventare facili prede delle mareggiate.

È ora di cominciare a chiedere conto del loro operato a quelli che hanno amministrato la nostra città, altrimenti cadiamo dalle nuvole ogni volta che succede qualcosa e sembra che quello che succede sia colpa del destino, non di scelte politiche fatte dagli amministratori del passato.

 

Immagine di copertina by: Alessio Cimadamore – archivio Post It Pse

Piazza Giuseppe Garibaldi (palazzinaro)

di Riccardo Marchionni

Me ne sono accorto solo io o ci avete fatto caso anche voi che dopo la cacciata di Scotucci dei lavori in piazza Garibaldi se ne parla come se niente fosse successo?

I lavori che proseguono in piazza Garibaldi sono per la “messa in sicurezza”, tenete bene presente questo concetto. Non si ristruttura o riqualifica, si mette in sicurezza.

Parla così il sindaco: “Nuovo look, dunque, per l’area Piazza in occasione della Festa di San Crispino, una rinfrescata all’intera zona per rendere più gradevole e fruibile questo spazio in attesa di procedere con la vera ed effettiva riqualificazione.”

Intanto la piazza si rinfresca, anche perché non sarebbe stato più accettabile continuare ad avere delle macerie al centro della piazza, poi si procederà con la “vera ed effettiva riqualificazione”. La traduzione di “vera ed effettiva riqualificazione”, ce la fece una volta l’allora candidato sindaco Sergio Belletti in una memorabile serata al teatro delle Api, quando con l’ausilio delle mani che mimavano la forma di una casa disse “quissu vole fa na palazzina mmenzo de piazza”.

Quindi “vera ed effettiva riqualificazione” sta in realtà per “palazzina di quattro piani in mezzo alla piazza”. Sarebbe il caso di iniziare a chiamare le cose con il nome proprio, quello più consono e calzante, non imbellettare verbalmente obbrobri urbanistici e politici.

I nostri amministratori hanno infilato una serie di mosse strategiche in piazza Garibaldi da far impallidire il miglior stratega del mondo. Hanno fatto comprare il teatro ad un privato senza pianificare un piano per l’acquisto da parte del comune. Con il vincolo messo dalla sovrintendenza ai beni culturali sul Beniamino Gigli, si è intoppato il piano del “padrino” della città, che tanto si è buttato nella propria carriera politica. Non è stato da meno il successore che dieci giorni prima che l’ex comune venisse vincolato, nel buio di una notte di dicembre lo ha raso al suolo. Al suo posto dovrebbe sorgere questa palazzina che servirà come pegno da dare in cambio ai proprietari dello stabile di fronte(quello di Birimbao), che dovrà essere anch’esso abbattuto. Ricapitolando: giù l’ex comune, giù l’edificio di Birimbao, su una palazzina in mezzo alla piazza.

A parte  lo spreco di energie e risorse che si perpetua con questo piano, basterebbe parlare cinque minuti con un esperto di urbanistica per capire che costruire in mezzo ad una piazza è stupido, casomai sarebbe meglio costruire di fianco alla statale, per creare una barriera dalla strada, non in mezzo alla piazza per creare una barriera dalla ferrovia(come è stato detto in campagna elettorale da Franchellucci).

Questo pomeriggio in consiglio comunale è prevista un’interpellanza sui lavori di piazza Garibaldi, speriamo che almeno si parli in maniera chiara e trasparente.

Tanta voglia di Renzi

2013-06-10 16.12.21

“Adesso” diventano tutti renziani.

Vista la pessima figura dei gerarchi di partito alle ultime elezioni, e la maniera ancor meno degna di come hanno gestito il dopo voto, con la rielezione dell’ottuagenario difensore dello status quo Napolitano, e con il sodalizio mortale col caimano ormai pregiudicato, ora puntano tutti sul “rottamatore”. Che però non è più un rottamatore, è diventato il cavallo vincente per conquistare il partito al prossimo congresso.

È così che il sindaco Franchellucci col probabile futuro segretario del Pd elpidiense Massimo Properzi, hanno dichiarato ieri in una conferenza stampa, di essere diventati renziani.

Nulla da eccepire nel cambiamento d’opinione, ma questo cambio di marcia, per usare un paragone ciclistico, sa di scatto, di fuga a metà tappa in vista dell’arrivo del prossimo congresso. Sembra un cambiamento non tanto per ragioni ideologiche o di filosofia politica, ma di convenienza. Sa anche di scorretto a dir la verità, perché alle ultime amministrative tutti i renziani sono stati messi alla porta, primo su tutti l’ex assessore Marco Catini, che ne è il referente cittadino. Catini e Andrenacci sono stati cancellati dal Pd elpidiense, manco fossero lebbrosi, ed ora gli ex bersaniani non fanno nemmeno un cenno di scuse.

Questa mossa del sindaco ci sembra un po’ maldestra, perché se non fanno i conti con chi renziano era prima di loro, perdono di credibilità politica.

Ed in più, cosa dirà il padre putativo del sindaco nonché deputato in quota Bersani Paolo Petrini di questa folgorazione del suo delfino e di uno dei suoi ex collaboratori più fidati?

Il segretario Conoscenti invece, è stato esautorato di fatto dal suo incarico dopo questa conferenza stampa?

I vari consiglieri comunali che fino a ieri insultavano e bistrattavano Renzi, faranno “spallucce” e tireranno avanti o faranno mea culpa?

L’impressione che trasmette il sindaco con le azioni fin’ora intraprese è quella di un uomo appesantito dagli schemi della vecchia politica ereditati da chi l’ha reso “grande”, che prova a disfarsene cercando però di restare “vergine”. La gente non dimenticherà facilmente lo strappo tra Petrini ed Andrenacci. Ora come non mai il Pd è in difficoltà, e se i suoi rappresentanti non si prendono la responsabilità di affrontare i problemi, invece di ignorarli, non riusciranno a fermare l’emorragia che sta dissanguando il partito.

Riccardo Marchionni

Foto: Alessio Cimadamore – Archivio Post it Pse

Analisi di un rimpasto annunciato

Scotucci è fuori dalla giunta. Patti chiari è fuori dalla maggioranza, almeno pare. Sì, perché dai loro comunicati e parole sembrano sperare che il sindaco riprenda in giunta Daniele Scotucci, condicio sine qua non per un rientro in maggioranza di Patti Chiari.

Non penso che Franchellucci abbia intenzione di compiere un’azione del genere. Già non lo avrebbe mai voluto in giunta, ora che è riuscito a farlo fuori con un buon pretesto non tornerà sui suoi passi. Quindi, o Patti chiari accetta la condizione del sindaco, cioè di far entrare la Mancinelli(coordinatrice della lista) o qualcun altro in giunta, oppure se ne va tra i banchi dell’opposizione. Anna Maria Mancinelli ha più volte dichiarato che non intende impegnarsi nell’esecutivo, ma Patti chiari potrebbe proporre una persona alternativa. In questo caso il sindaco sarebbe molto contento di ridare le cariche in sospeso ad un uomo della civica, perché rinsalderebbe la sua maggioranza in consiglio senza aver a che fare con qualcuno ormai sfiduciato.

Di Scotucci è stato detto di tutto. Noi pensiamo che stesse facendo un lavoro discretamente buono, almeno per quanto riguarda il progetto di piazza, visto che era riuscito a mettere in difficoltà il piano strategico del Pd di costruire una palazzina al posto dell’ex municipio. Peccato che a soli tre giorni dall’approvazione di questo progetto abbia dato in escandescenze per una festa che a suo parere non doveva essere svolta a villa Baruchello. Piccarsi per un’autorizzazione ad una festa in villa va bene, ma se questo poi manda all’aria tutto il lavoro di piazza e tutti i buoni propositi lanciati in campagna elettorale, allora non va più bene. Il suo comportamento in questo caso ci è sembrato un po’ infantile, di sicuro politicamente miope. Verrà ricordato come l’assessore cacciato per una festa in villa, invece che come l’assessore che ha sistemato e salvato la piazza dalla palazzina.

Sarebbe bello vedere come il sindaco redistribuirebbe le deleghe nel caso in cui Patti chiari non rientrasse in giunta. Probabilmente Franchellucci nominerebbe un assessore preso dalle file del Pd, il più quotato sarebbe Daniele Stacchietti. Una scelta ottimale per il sindaco: levare un “cane sciolto” e metter dentro un “fedelissimo”. Un punto cruciale sarebbe la carica di vicesindaco, che è stata data temporaneamente all’assessore Pasquali, ma che non dispiacerebbe alla Leoni. Se la Leoni diventasse vicesindaco, la Pasquali potrebbe riprendere l’assessorato alla cultura(che di fatto continua ad esercitare), ma la Sebastiani non accetterebbe che alla Leoni venga data tale carica in quanto la lista “Impegno per Pse” esprime già il presidente del consiglio comunale. Quindi si verrebbe a creare una disparità di trattamento tra le due civiche rimaste in maggioranza.

Al sindaco non converrebbe “trattar male” Milena Sebastiani e la sua lista “Popolari per Pse” perché se in consiglio si gioca otto contro otto, si potrebbe verificare una crisi quando si voterà per la riqualificazione dell’area Pietrella, perché il consigliere Simone Malavolta(Popolari per Pse) si era astenuto nell’ultima votazione riguardante questo argomento. In quanto portavoce dei malumori manifestati dal suo quartiere di residenza(Fonte di Mare), sarebbe difficile convincerlo a votarla scontentando così il suo quartiere.

I rappresentanti dell’opposizione hanno dichiarato che presenteranno una mozione per sfiduciare il sindaco, e stanno facendo pressioni per convocare al più presto il consiglio comunale. Nel caso in cui Patti chiari esca dalla maggioranza, potrebbero presentarla proprio loro questa mozione. Sarebbe una sfiducia politica pesantissima, soprattutto ora che bisogna approvare il bilancio preventivo.

Anche se veder cadere anzitempo una giunta a Porto Sant’Elpidio sarebbe un’emozione mai provata prima, almeno per i più giovani, molto probabilmente accadrà che Patti chiari riuscirà a trovare un nome da mettere in giunta a posto di Scotucci. È stato lo stesso ex vicesindaco a dire pochi giorni fa che “il Pd, con in testa il suo onorevole e segretario sta cercando di comprare il voto dei nostri due consiglieri”.

Nei prossimi giorni vedremo se gli “acquisti” sono andati in porto.

Riccardo Marchionni

La “giunta Franchellucci”

Ecco a voi la giunta che governerà Porto Sant’Elpidio per i prossimi cinque anni: Annalinda Pasquali urbanistica, politiche giovanili e scolastiche. Milena Sebastiani turismo e sport. Monica Leoni bilancio, cultura e rapporti con i quartieri. Carlo Vallesi semplificazione, partecipazione, agenda digitale e polizia municipale. Daniele Scotucci vice sindaco, lavori pubblici e ambiente. Il sindaco Nazareno Franchellucci tiene per se le deleghe alle grandi opere, servizi sociali e commercio.

A Franchellucci si sono allineati proficuamente alcuni pianeti. Con la provvidenziale dimissione di Vallesi Renato si è liberato un posto da assessore in provincia dove piazzare Rosanna Vittori, molto vicina a Petrini, che la voleva come assessore ai servizi sociali di Pse. Il sacrificio di Vallesi padre inoltre, spiana la strada dell’assessorato a Vallesi figlio. E qui entra in causa il vicesindaco Daniele Scotucci, che all’inizio della campagna elettorale, durante il freddo febbraio, dichiarava che avrebbe fatto “un macello al prossimo incarico dato a Vallesi”. Vale solo per Vallesi Renato o anche per Vallesi Carlo?

Daniele Stacchietti invece, che sembrava da tempo destinato ai lavori pubblici è rimasto a bocca asciutta. Franchellucci ha dovuto rinunciare a piazzare un suo uomo di fiducia, per sbrogliare la matassa della sua coalizione e delle richieste pressanti dei capi delle liste che lo hanno sostenuto.

Vitaliano Romitelli è stato avvistato a macinare chilometri in macchina per le vie del centro, in attesa che gli vengano riconosciuti i 334 voti che ha preso, che l’hanno reso il secondo candidato consigliere più votato. Lui, si sa, ambisce al posto di presidente del consiglio comunale, ma sono in molti a bramarlo adesso. Cercando di superare le polemiche uscite in campagna elettorale, dobbiamo riflettere sull’opportunità di riconoscere al secondo più votato un ruolo di qualche tipo, e se non verrà fatto, bisognerà spiegarne il perché.

Chi esce a testa alta, vincitore, è sicuramente Scotucci e la lista “Patti chiari per il cambiamento”, che grazie anche al fortunato posizionamento sulla scheda elettorale, è la seconda lista della coalizione ed ora può pretendere tanto dal sindaco, anche il presidente del consiglio comunale a quanto pare. Certo è, che passare da “disturbatore della coalizione che rischiava ogni giorno di essere cacciato” a vicesindaco, è proprio un bel salto di qualità per Scotucci.

Alla luce di tutto ciò, sorgono spontanee alcune domande.

Come mai la votatissima Pasquali non è stata riconfermata alla cultura? Con quale criterio le è stata affidata l’urbanistica? Perché la cultura è stata accorpata al bilancio?

Come mai la delega al commercio l’ha tenuta il sindaco e non è stata accorpata con turismo e sport? Qualche problema di conflitto d’interesse?

L’assessorato di Vallesi è molto singolare(per usare un eufemismo), ha l’aria di un assessorato ad personam, creato soltanto per affidargli un incarico. Praticamente, a che serve?

Durante la campagna elettorale il “sociale” è stato sulla bocca di tutti, in particolare di Franchellucci. I servizi sociali non meritavano un assessorato a parte?

Ciò che viene fuori dalla composizione di questa giunta è un qualcosa di molto confusionario. I ruoli non sono ben definiti, le competenze non sembra siano state prese in considerazione per l’assegnazione di tutti gli incarichi. Sembra un’accozzaglia indefinita di contentini post-elettorali. Non dubito che il lavoro di mediatore in una coalizione così larga come quella di Franchellucci sia molto difficile, ma una giunta così pazza non poteva venir fuori neanche dalla mente malata dei nostri autori satirici.

Prima impressione sulla giunta: pessima. Speriamo di ricrederci osservandone l’operato.

Riccardo Marchionni

Breve analisi del voto

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Sicuramente non siamo abituati a votare col doppio turno. Alle politiche votiamo con una legge che supera i confini della costituzionalità per dannosità dei suoi effetti e per diabolicità dei suoi meccanismi. Alle amministrative il sistema elettorale è diverso, ma qui a Pse al secondo turno ci siamo arrivati poche volte ultimamente, quindi siamo disabituati a concepire il voto amministrativo come un voto a doppio turno.

Politologicamente parlando il doppio turno è un sistema molto bello, auspicato dai maggiori politologi anche per il sistema politico italiano(visto che in Francia funziona molto bene). Questo sistema di voto è utile quando funziona bene, cioè quando i cittadini lo hanno compreso e lo sanno usare, perché permette di dare il voto al candidato preferito al primo turno, successivamente se il candidato preferito arriva al ballottaggio allora si continuerà sulla strada intrapresa al primo turno, ma nel caso in cui al ballottaggio non vada il candidato preferito, si vota il “meno lontano” alle proprie idee tra i due candidati rimasti. Questo “gioco” serve a capire (al primo turno) quali sono le preferenze reali, e la forza di ogni partito. Al secondo turno i vari partiti si coalizzano(palesemente o tacitamente) e il più forte va a governare.

Dalle testimonianze raccolte in questi giorni, posso dire con estrema sincerità, che i cittadini elpidiensi non hanno capito come funziona il doppio turno. Ho parlato con persone, anche molto critiche con le amministrazioni passate che hanno votato Pd perché non volevano Putzu o Ceruqozzi sindaco. Accettabile, ma è un discorso da fare al ballottaggio, non al primo turno.

C’è da dire inoltre che mi ha spiazzato il comportamento degli elettori di certi quartieri. Ad esempio a Fonte di Mare, dove verranno costruite delle case popolari all’insaputa degli abitanti del quartiere, e dove verrà costruito il fantomatico polo del lusso che presumibilmente ucciderà ciò che è rimasto del piccolo artigianato locale, il centro-sinistra ha preso il 48%. Questo risultato può essere indicatore di almeno tre cose: che gli abitanti del quartiere sono felici di subire le scelte dell’amministrazione e di essere considerati meno del due di coppe; che gli abitanti del quartiere non hanno capito come l’amministrazione ha deciso che si svilupperà il loro quartiere; che gli abitanti non si interessano di come si svilupperà il loro quartiere.

Stessa storia per Cretarola, dove verrà innalzata(grazie alle penose leggi partorite dal governo Berlusconi) un’antenna per la telefonia mobile. Antenna infuocata dalle polemiche degli ultimi mesi, che riguardano la non adeguata pubblicizzazione del piano antenne, e l’ancor meno adeguato interessamento da parte dei cittadini a questo piano. Se i cittadini di Cretarola hanno quasi assalito i rappresentanti dell’amministrazione al confronto organizzato per parlare del “problema antenna”, suona stonato il 47% dato al centro-sinistra. Mistero.

La Corva, un quartiere sui generis. Maltrattato a livello di viabilità, sembra non preoccuparsi della pericolosità della “nuova” strada che collega il quartiere con villa Murri. Un ponte mobile non andava bene, non avrebbe permesso in futuro di edificare lungo quell’asse, che in realtà doveva essere il collegamento verde tra la Corva e il centro. Non c’è stata preoccupazione neanche per la localizzazione di un posto per un’antenna della telefonia alla rotonda ovest in uscita dal quartiere, che si verrebbe a posizionare a pochi metri dalle case circostanti. All’incontro tra candidati sindaco organizzato dall’associazione del quartiere Corva, poteva accidentalmente uscire una considerazione sulla possibilità di spostare l’antenna prima che un’azienda di telefonia faccia la richiesta di impiantarla. Niente di tutto ciò, alla Corva il centro-sinistra prende intorno al 45%.

I cittadini del centro hanno invece “punito” la mancata risoluzione di Piazza Garibaldi, e la progressiva estinzione dei commercianti a causa della creazione in aree periferiche di grandi supermercati e centri commerciali. In due sezioni del centro le preferenze per il centro-sinistra sono state meno del 35% e in una ha raggiunto di poco il 40%. Hanno invece accolto con favore le proposte del candidato Putzu che in queste tre sezioni alza di molto la percentuale presa complessivamente.

Neanche da commentare le percentuali bulgare raggiunte dal centro-sinistra al quartiere San Filippo. Testimonianza dell’ottimo rapporto dell’amministrazione con il quartiere.

Marina Picena(altro quartiere dimenticato) in parte boccia l’amministrazione uscente dando al centro-sinistra intorno al 40% in due sezioni, ma in una sezione raggiunge il 48%.

In generale la città sembra non volere il cambiamento che si era percepito in campagna elettorale. Probabilmente i cittadini non hanno avuto fiducia nei candidati che sfidavano lo strapotere Pd. O forse non se la sono sentita di svoltare in un momento delicato come quello che stiamo vivendo.

La festa del Pd per celebrare la vittoria in programma alla Corva è rimandata di quindici giorni. Abbiamo capito però che non si vince più a mani basse al primo turno. Ed ora si voterà di nuovo, e questa volta sarà un voto d’approvazione o di disapprovazione nei confronti del modo di agire delle amministrazioni degli ultimi venti anni. Certo, Putzu che si presenta come “nuovo” o “civico” o come “cambiamento” è difficile da accettare, perché per dieci anni ha fatto un’opposizione a dir poco scarsa. Ma questo è quello che c’è: chi vuole dare una svolta al governo della città ha la possibilità di farlo votando Putzu, chi vuole la continuità può votare Franchellucci. Chi non se la sente, può restare a casa. A noi la scelta.

P.s. Sarebbe bello sapere, oltre ai nomi degli assessori, anche i nomi dei finanziatori della campagna elettorale in maniera completa ed esaustiva.

Riccardo Marchionni

[Post.X] Anche Porto Sant’Elpidio ha il suo marchio d’eccellenza

Nel 1990 fu costituito a Fermo l’Istituto per la Certificazione del 100% Made in Italy.
23 anni dopo, in quelle stesse terre (ma sulla parte co meno contadì), si è compiuto un grande passo per il rilancio dell’economia locale.
Proprio qui a Porto Sant’ Elpidio infatti, molti artigiani, calzaturieri in primis, lo avevano chiesto ripetutamente per anni ma nessuno ha dato loro ascolto, creando malcontento e sfiducia nella categoria non solo dei produttori. (Lu Magiaru ha ditto che lu prossimu che je portà a ssettà un paru de scarpe de li cinesi je le tira su la testa)

Poi finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di prendere in mano la situazione, cosi,
grazie allo sforzo congiunto di imprenditori locali, legali ed analisti, noi di Post-it Pse,
abbiamo voluto donare ai nostri candidati lo strumento definitivo affinchè le vostre promesse elettorali, almeno questa volta, non siano vane.

Ecco a voi il Brand che restituirà linfa vitale all’economia elpidiense lanciandola di diritto tra le eccellenze mondiali!

Marchio petrini

QUAL’E’ L’OBIETTIVO DEL BRAND?

Consentire al consumatore di avere la garanzia sull’origine elpidiense e sulla qualità dei prodotti acquistati.

Articoli come scarpe e borse devono essere creati solo utilizzando dall’origine, bestemmie pronunciate secondo usi e costumi locali, infatti ogni materiale dovrà contenere almeno l’80% di imprecazioni spontanee farcite di sfiziosi appellativi (scaza, latru, ‘mpestatu, ecc.) queste creazioni inoltre, dovranno essere cucite al massimo da cinesi residenti a Porto Sant’Elpidio. (guai a chi le porta a trapontà a castellà) e con materiali prodotti in zona.

PERCHE’ PAOLO?

Da quando abbiamo scoperto che Pupusillu non ha mai effettuato nessuna missione sullo Shuttle, Paolo è diventato in assoluto la persona piu’ importante della storia di questa città.
Petrini per Porto Sant’Elpidio è come Elvis per Memphis, come Totti per Roma,
il volto dell’elpidiense vincente, uno che ha ottenuto il massimo della soddisfazione dalla nostra città, come chi acquisterà i prodotti con questo marchio.

COME APPARE IL MARCHIO?

Abbiamo scelto il giallo ed il rosso PD che ricordano sia il colore che da sempre caratterizza le nostre amministrazioni, sia il colore della terra davanti all’Ex FIM.
La scritta P.S.E. è gialla ed in rilievo ottenuta con uno speciale cacciabollette laser di ultima generazione, che ne rende impraticabile la contraffazione.

Nei giorni passati, qualcuno ha provato a minare il rilancio economico del paese mettendo a rischio l’intero progetto con l’intento di abbassare i costi di produzione facendo produrre direttamente ai cinesi scarpe col marchio P.S.E., ma fortunatamente, il nucleo speciale antisofisticazione dell’arma dei vigili urbani di P.S.Elpidio, ultimo baluardo della sicurezza cittadina, (a proposito candidati, ma sete sicuri che a le guardie je gusta a fatigà de notte?) durante una perquisizione in 3 diverse case+laboratorio, ha sequestrato oltre 80mila marchi S.G. PSE contraffatti, come questi:

fakelogos

Si tiene a precisare sin da ora che i trasgressori verranno puniti severamente. L’intera produzione delle ditte coinvolte verrà spostata coattivamente a Montegranaro, nonostante l’applicazione di tale pena sia in contrasto con la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

QUALI SONO I VANTAGGI?

I prodotti o i servizi che possono fregiarsi del Marchio di Qualità PSE SATISFACTION GUARANTED regaleranno al consumatore diversi tipi di vantaggi tra cui una Garanzia di controllo e qualità.

Ma soprattutto per i nostri produttori, che otterranno un vantaggio inestimabile economicamente, la serenità del proprio nucleo famigliare.
Ormai nessuno crede più alla fiera delle scarpe in Russia, tutti sappiamo che qui in inverno si puo’ uscire a passeggiare al lungomare mentre a Mosca fa -30° sotto zero e 2 metri di neve quando va bene, che scarpe gli possiamo vendere, i sandali? Le espadrillas? Le Clark? Non mi sembra che ci sia un calzolaio elpidiense che si e’ fatto la villa coi dopo-sci, quindi è chiaro l’intento fedifrago. Noi vogliamo evitare queste fiere immonde e sfasciafamiglie così, chi otterrà il marchio, avrà diritto ad esporre il proprio operato nel nostro stand alle fiere solo ed esclusivamente viaggiando con moglie e figli.

QUALI ECCELLENZE SONO STATE FREGIATE DEL MARCHIO?

Pochissime ancora, ma siamo solo all’inizio. Nel settore agroalimentare stiamo pensando di inserire diverse tipicità, (come lu pulento’ delle sirione o lu frustingu senza canditi de zia che pure se lu lasci apertu na settimana non se sciucca) siamo in attesa del loro invito…

COME CONIUGARE AMBIENTE, TURISMO E RIPRESA ECONOMICA?

Siamo in costante evoluzione, chiunque certifichi il nostro Brand, dovrà offrire un alto standard di soddisfazione al cliente finale.

Ad esempio, nel settore dell’intrattenimento, l’angolo della casa cantoniera davanti a Marcaccio ha riscosso molti apprezzamenti dagli utenti, consentendo il rimorchio a piedi, quindi ecologico, grazie alla vicinanza dalla postazione di lavoro all’alcova di piacere e che offre persino la possibilità di rifocillarsi nell’ottimo ristorantino sottostante.
Queste sinergie tra servizi hanno dato vita ad un nuovo progetto chiamato Food&Fuck su cui stiamo lavorando.

IN SINTESI COS’E’ IL BRAND PSE SATISFACTION GUARANTED?

E’ molto più del logo grafico, perché racchiude in sé una serie di azioni non concrete ed utopie condivise dagli elpidiensi, è una Fim, una piazza, una scogliera, è un ponte, il cui stallo da 30anni offre una solidità tale da diventare sinonimo e garanzia di qualità dei servizi e dei prodotti offerti per il futuro nostro e dei nostri figli.

Ora tocca a voi dimostrare chi sarà il vero sindaco 100% PSE.

FAQ

Dove posso ottenere l’ambito Brand?

Potete proporre a noi direttamente sul blog una volta ‘marchiata’ l’eccellenza, addetti di Post-it Pse, verranno direttamente a casa vostra a certificarne l’idoneità.

Come certifico ad esempio, se una calzatura è effettivamente stata interamente prodotta a P.S.Elpidio?

Semplice, portatela a lu Magiaru. (Se non ve la tirà è 100% PSE!)

Vittorio Lattanzi